ECONOMIA E SVILUPPO

Fondi messa in sicurezza: Salerno ottiene 92 milioni

Termini stringenti per gli Enti pubblici. Ance/Aies: «Pronti a dare una mano»

SALERNO - Arrivano quasi 100 milioni di euro a Salerno e provincia. Fondi che riguardano investimenti relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, sbloccati con il decreto del 23 febbraio scorso. Una boccata d’ossigeno per gli Enti pubblici, sempre alla ricerca di finanziamenti per rimpinguare le esangui casse; ma anche per il comparto dell’edilizia, che intravede la concreta possibilità di lavoro. E, in Campania, Salerno fa la parte del leone. Perché su un totale di 301.821.699 euro destinati alla nostra regione, un terzo è ad appannaggio del nostro territorio: 98.273.773 euro. In totale i progetti finanziati sono 119 e riguardano tutta la provincia. Gli investimenti previsti riguardano ambiti primari per la sicurezza della collettività, quali il rischio idrogeologico, la messa in sicurezza di strade e viadotti e di edifici pubblici come le scuole.

L’appello dell’Ance. Un’occasione che non può essere assolutamente persa, tenuto pure conto della crisi economica determinata dalla pandemia. Anche perché come spiega il presidente dell’Ance/Aies Salerno, Vincenzo Russo , il risultato è «frutto anche dell’azione di Ance con la quale, facendo leva sull’esperienza positiva del cosiddetto “Piano spagnolo”, che dal 2019 rappresenta un modello per la rapida spesa dei fondi destinati a investimenti locali, abbiamo chiesto l’attuazione di un “Piano Italia”, inserito tra le priorità del Piano Marshall da noi proposto ad aprile scorso, per dare un sostegno al nostro settore e all’intera economia».

L’iter burocratico. E l’Ance/ Aies Salerno è pronta anche a stare al fianco delle amministrazioni pubbliche, proprio per facilitare tutti gli adempimenti burocratici. L’iter, infatti, prevede che l’Ente beneficiario del contributo affidi i lavori per la realizzazione delle opere pubbliche entro termini precisi ed il mancato rispetto di essi comporterà il recupero dei fondi da parte del Ministero dell’Interno e la loro successiva riassegnazione a favore di altri comuni. Perciò l’Ance dà la propria disponibilità per «eventuali supporti tecnici ed amministrativi». Secondo la procedura l’Ente beneficiario del contributo deve affidare i lavori per la realizzazione delle opere pubbliche entro termini precisi, decorrenti dalla data di emanazione del decreto di attribuzione dei fondi. E, precisamente, entro sei mesi per le opere con costo fino a 100mila euro; entro dieci mesi per le opere il cui costo è compreso tra 100.001 euro e 750mila euro; entro quindici mesi per le opere il cui costo è compreso tra 750.001 euro e 2,5 milioni di euro; entro venti mesi per le opere il cui costo è compreso tra 2,5 e 5 milioni. I termini sono aumentati di tre mesi qualora l’Ente beneficiario del contributo, per espletare le procedure di selezione del contraente, si avvalga degli istituti della centrale unica di committenza (Cuc) o della stazione unica appaltante (Sua).

Riassegnazione fondi. Il mancato rispetto dei termini comporterà il recupero dei fondi da parte del Ministero dell’Interno e la loro successiva assegnazione ai comuni che risultano ammessi al finanziamento. È inoltre previsto che il contributo possa essere ridotto del 5% qualora, entro il 31 dicembre 2020, non sia stato approvato il piano urbanistico attuativo (Pua) e il piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba). A tal fine gli enti beneficiari sono tenuti a trasmettere al Ministero, entro il 31 marzo di quest’anno, apposita certificazione con la quale attestano di aver adottato o meno le delibere di approvazione dei due piani. In assenza della necessaria attestazione, il contributo assegnato è rideterminato con decreto del Ministero dell’interno, entro il 30 aprile prossimo, e le eventuali risorse liberate utilizzate per lo scorrimento della graduatoria.

I progetti finanziati. A fronte di più di 9mila progetti, per oltre 5 miliardi, presentati dai comuni entro il 15 settembre scorso, il decreto del 23 febbraio ha definito 8.176 opere ammissibili ed ha finanziato le prime 2.846 di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, relative a 1.912 enti locali beneficiari per un investimento complessivo di circa 1.878 milioni.

Gaetano De Stefano