IL CASO

Fondi all’aeroporto di Salerno: la Corte dei Conti bacchetta la Regione

Nel mirino l’aumento di capitale all’ex consorzio di gestione «Non è possibile trasferire liquidità a chi registra perdite»

SALERNO - La Corte dei Conti bacchetta la Regione Campania per gli aumenti di capitale al Consorzio Aeroporto di Salerno e Pontecagnano Scarl. Aumenti di capitale che l’Ente di Palazzo Santa Lucia ha adottato prima che andasse in porto la fusione, per incorporazione, tra aeroporto di Napoli e Salerno, quando la Regione immise liquidità proprio per tenere in vita lo scalo salernitano. Un’operazione che i magistrati contabili bocciano, catalogando l’intervento «come un’ultima possibilità per la stessa di dimostrare l’adeguatezza delle misure adottate, per risanare la crisi e la redditività della scelta strategica». Il rimbrotto della Corte dei Conti avviene nell’analisi sul processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie, direttamente o indirettamente possedute dagli organismi partecipati dagli Enti territoriali e sanitari. E, proprio in quest’ottica, vengono mossi rilievi alla Regione circa l’applicabilità al divieto di così detto soccorso finanziario. Un principio quest’ultimo secondo il quale le amministrazioni inserite nel conto economico consolidato non possono - salvo quanto previsto da due articoli del codice civile - sottoscrivere aumenti di capitale, effettuare trasferimenti straordinari, aperture di credito, né rilasciare garanzie a favore delle società partecipate, con esclusione delle società quotate e degli istituti di credito, che abbiano registrato, per tre esercizi consecutivi, perdite di esercizio cioè che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripianamento di perdite anche infrannuali ».

Sulla base di queste indicazioni, ai fini di una verifica dal punto di vista gestionale, con l’istruttoria effettuata sono stati richiesti alla Regione Campania, per ciascuna società partecipata, informazioni circa i risultati conseguiti in attuazione delle misure adottate nel piano di razionalizzazione. «Nella prospettiva, invece, del controllo circa gli effetti economico-finanziari - evidenzia la Corte dei Conti - sono stati richiesti i dati di sintesi di conto economico delle singole società partecipate con riferimento al valore e ai costi della produzione, al margine operativo ed ai risultati d’esercizio, relativi al triennio 2017-2019, per opportuni confronti con i successivi esercizi al fine di valutarne redditività ed opportunità circa il mantenimento delle quote, nonché per verificare la correttezza e congruità del fondo perdite societarie ». E proprio sull’aeroporto di Salerno ci sono le note dolenti. Perché secondo la Corte dei Conti «appare di interesse richiamare le considerazioni svolte dalla Sezione circa l’applicabilità al Consorzio aeroporto di Salerno e Pontecagnano del divieto di “soccorso finanziario”.

Per queste ultime, poi, viene richiesto di specificare le caratteristiche delle operazioni di dismissione, quali il tipo di procedura messa in atto, l’ammontare degli introiti finanziari, l’identificazione delle eventuali controparti. Per le partecipazioni ancora detenute si chiede di chiarire lo stato di attuazione delle misure di razionalizzazione programmate nell’anno precedente, descrivendo le differenti azioni operate rispetto a quelle previste. Devono essere inoltre descritte le situazioni di mancato avvio della procedura di razionalizzazione programmata, nonché quelle caratterizzate dalla mancata conclusione della stessa e, infine, motivate le situazioni per le quali siano venute meno le criticità che avevano determinato l’adozione di una misura di razionalizzazione».

(g.d.s.)
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