«Fonderie, tutelare la salute ma senza i partiti del no» 

Parla Pisapia, l’ex sindaco di Pellezzano che si costituì parte civile nel processo «Valutare i nuovi progetti all’avanguardia, l’opposizione a prescindere è politica»

È stata la prima amministrazione comunale ad avere un’idea chiara e decisa su come affrontare l’emergenza delle Fonderie Pisano. Oggi, a distanza di quattro anni da quel giugno 2014 in cui il Comune di Pellezzano si costituì parte civile nel processo contro lo stabilimento di via dei Greci, è l’ex sindaco Giuseppe Pisapia a fare il punto della situazione. Primo cittadino dal 2014, quando batté la senatrice di Forza Italia Eva Longo, Pisapia la scorsa estate è stato sfiduciato dalla sua maggioranza, portando il piccolo comune al commissariamento in attesa delle prossime elezioni del 10 giugno dove si ripresenterà con la lista civica “Cambia Pellezzano”. Il primo atto di giunta fu proprio la delibera in cui si decideva la costituzione come parte civile al processo contro le Pisano.
Cosa ricorda di quei giorni? Che non ci pensammo su due volte. Raccogliemmo le testimonianze dei cittadini, anche in collaborazione con il comitato “Salute e Vita” e decidemmo che era la cosa giusta da fare. Un buon amministratore deve sempre mettere al primo posto la salute dei propri concittadini, ecco perché la decisione fu semplice. Penso che le fonderie abbiano un’incidenza sulla salute anche se non si riesce ancora a dimostrarlo. Di sicuro c’è che lì, un impianto così vetusto, imperniato in una zona non più industriale, non può più rimanere.
Cosa le hanno segnalato i cittadini di Pellezzano in questi anni?
I fumi, le polveri invasive ma soprattutto gli odori acri, che ho avvertito anch’io in prima persona. Particolarmente colpite le frazioni basse di Coperchia e Capezzano, dove i residenti hanno sempre lamentato difficoltà respiratorie non appena aprivano le finestre. Un altro problema di rilievo è da sempre quello dell’inquinamento del fiume Irno, ma lì, dopo tante segnalazioni all’Asl, non ci è mai stato segnalato nulla di rilevante anche se siamo convinti che vi sia qualche anomalia.
La Regione, con l’Asl, l’Istituto Zooprofilattico e l’Arpac, ha istituito una serie di analisi attraverso il progetto Spes. Che parte avete avuto in ciò?
Una parte informativa innanzitutto. Abbiamo sensibilizzato i cittadini a partecipare alla raccolta dei dati. La prima fase ha avuto poche adesioni ma in seguito siamo riusciti ad averne di maggiori. Ad oggi però, nonostante i risultati siano parziali, non vi è ancora una netta correlazione tra le Fonderie Pisano e le patologie di tipo tumorale o respiratorio riscontrate anche nel nostro territorio.
Parlando della situazione lavorativa, come giudica le barricate dei sindaci dell’area del Cratere e in particolare di Buccino? Da amministratore, avrebbe fatto la stessa cosa?
Penso che le fonderie rappresentino un patrimonio importante per la nostra provincia e sia necessario salvaguardare l’azienda e i lavoratori. So che i Pisano hanno presentato un progetto all’avanguardia a basso impatto ambientale. Se inserito in un contesto industriale lontano da centri abitati, non vedo perché non far partire almeno un dialogo tra tutti gli attori. La scelta però deve essere condivisa con i cittadini ed è onere dell’azienda dimostrare la validità del progetto, mentre alle istituzioni rimane l’importante compito di controllo. Il “no” a prescindere penso però derivi da un problema politico.
Cosa può fare di più un’amministrazione per salvaguardare l’ambiente?
Sensibilizzare i cittadini ed essere presenti sul territorio. Siamo intervenuti più volte per arginare i pericoli di alluvioni e frane e dal 2014 abbiamo fatto partire una campagna per la raccolta differenziata. È un punto fermo, così come la difesa della salute dei cittadini. Non vi sono delle priorità maggiori di queste.
Emilio D’Arco
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