L'incontro

Fonderie Pisano, una nuova sede col placet della Regione

La scelta del sito in cui trasferire le attività va ufficializzata entro settembre. Il Governo lo inserirà nelle aree di crisi per consentire l’intervento di Invitalia

ROMA. Avallo del progetto da 43 milioni di euro per la costruzione della nuova fonderia, appoggio istituzionale del ministero dello Sviluppo economico e della Regione Campania e un decreto ministeriale per inserire l’area del nuovo sito nelle aree di crisi che prevederanno i finanziamenti di Invitalia. Ma del sito ancora nessuna traccia. Al termine dell’incontro di ieri pomeriggio a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, per discutere della questione Fonderie Pisano, la sensazione è che non ci si è mossi poi di molto. L’unico punto reale a favore della delegazione è la stipula di un documento ufficiale che impegna ministero, Regione, azienda e le parti rimanenti nell’accelerare la procedura di delocalizzazione in un luogo istituzionalmente valido.

La scelta del sito. Dovrà essere un luogo sicuro, da far individuare e confermare alla Regione Campania, ente programmatore delle aree industriali, in modo tale da non ripetere l’esperienza avuta con l’amministrazione comunale di Giffoni Valle Piana, che in un primo momento aveva avallato la delocalizzazione e poi si era tirata indietro. Un colpo duro per l’azienda che, rimasta scottata dall’esperienza, non intende assolutamente ripeterla. Da qui la richiesta di Pisano e soci, di una garanzia istituzionale prima di pubblicizzare un qualsiasi sito. Di riapertura della fabbrica se ne dovrà parlare con la magistratura, che ora detiene il potere di vita o di morte sull’attività, soprattutto dopo la notizia, arrivata poco dopo il ricevimento della delegazione al ministero, della conferma del sequestro effettuata dal giudice per le indagini preliminari.

Il confronto al Ministero. Al tavolo al ministero si sono confrontati l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania, Amedeo Lepore, il rappresentante di Invitalia, Palmitelli, l’ingegnere Ciro Pisano per l’azienda, il delegato all’ambiente e alla salute della Cgil Fiom nazionale, Maurizio Marcelli, il segretario regionale della Cgil Fiom Campania, Andrea Annunziata, il segretario provinciale della Cgil Fiom Francesca D’Elia, i vertici cittadini della Cgil Salerno con il segretario generale Maria Di Serio e il segretario Anselmo Botte e infine i rappresentanti sindacali dell’azienda. Il ministero era rappresentato dal dirigente Castano. Prima dell’incontro ufficiale, istituzioni e azienda hanno avuto un incontro preliminare dove, si suppone, sia stato indicato anche il sito. Località non rivelata, invece, durante il successivo incontro a ranghi completi con Cgil e rappresentanze dei lavoratori. Un fattore che evidenzia ancora oggi i timori dell’azienda nel rendere noto il sito. «Mi aspettavo dall’azienda la pubblicizzazione del sito – ha commentato Anselmo Botte, segretario della Cgil – Questo non è avvenuto ma ciò non pregiudica il tutto. L’azienda ha ancora paura che l’attenzione mediatica e l’opposizione di cittadini e neo comitati possano minarne la solidità È un passo in avanti. Vogliamo la delocalizzazione in un luogo autorevole e ministero e Regione lavoreranno per questo. L’azienda però dovrà fare quei passi che ha annunciato di voler fare».
Le valutazioni dell’azienda. La proprietà, in un comunicato a firma del presidente Mario Pisano, ha confermato che nell’incontro al ministero «è stata ribadita la volontà di procedere in tempi compatibilmente brevi alla realizzazione del nuovo impianto con l’obiettivo di conservare intatti i livelli occupazionali». All’incontro, però, ha anche evidenziato che «esiste un problema molto serio di continuità produttiva che non può essere accantonato: la disdetta di commesse importanti nelle more della delocalizzazione è più che prevedibile: la permanente chiusura dell’impianto di Fratte si rivelerebbe già nel breve periodo il passaggio finale e conclusivo della storia industriale delle Fonderie Pisano». Mario Pisano ha reso noto che è stata ribadita «la piena disponibilità a ogni forma di collaborazione con le Autorità competenti al fine di non interrompere il ciclo produttivo nel sito di Fratte, sottoponendosi a monitoraggi più intensivi e quotidiani. Dal punto di vista finanziario sono già allo studio programmi di investimento che dovranno essere valutati anche dalla parte pubblica nell’ambito dei diversi strumenti di politica industriale che risultano operativi sul territorio nazionale».

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