Il caso

Fonderie Pisano: altro colpo alle commesse, la Fiat verso la rinuncia

E oggi scade il termine fissato dall'azienda per l'avvio dei licenziamenti
Ma le colpe vengono da lontano

SALERNO. Potrebbe arrivare da un momento all’altro la telefonata che comunicherebbe alla dirigenza delle Fonderie il ritiro definitivo degli ultimi stampi da parte della Fiat e, di conseguenza,di commesse milionarie. L’azienda automobilistica, dopo mesi di trattative durante i quali si era convinta a concedere altro tempo ai Pisano, potrebbe alla fine decidere per portare il lavoro altrove a causa dell’inattività dello stabilimento di via dei Greci. Non sono bastati i viaggi in Piemonte per risolvere la questione e ora, con un calo della produzione annuale pari al 40 per cento del totale, la conseguenza diretta potrebbe essere la decisione di far partire le lettere dei licenziamenti.

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L’attesa per il dissequestro. Anche perché c’è un intreccio di scadenze. Scade oggi, infatti, il termine individuato dal consiglio d’amministrazione delle Fonderie Pisano fino al quale attendere il dissequestro dell’impianto da parte della magistratura, prima di procedere alla messa in mobilità degli operai. Durante l’ultimo colloquio tra dirigenza e sindacati infatti, Ciro Pisano aveva comunicato ai delegati la scelta, presa in consiglio settimane prima, di mettere al 15 settembre il paletto per la riapertura, iniziando il countdown per la dismissione dell’azienda e i licenziamenti conseguenti. A oggi, però, non vi è stata ancora nessuna lettera, mentre sono gli stessi sindacati ad aver cercato di portare Pisano, dopo due ore d’incontro, su altre vie: «Alla dirigenza abbiamo richiesto ancora altro tempo – ha dichiarato il segretario provinciale della Cgil Fiom, Francesca D’Elia – Non ha senso partire con i licenziamenti a pochi giorni da una decisione che noi ci aspettiamo e che potrà effettivamente decretare le sorti dell’azienda e dei suoi 120 operai. Esortiamo inoltre Pisano a riaprire il tavolo tecnico presso il ministero dello Sviluppo economico a Roma, in quanto è lì che si giocherà la partita fondamentale. I funzionari ministeriali hanno bisogno di un costante aggiornamento sulla situazione, dei progetti, del sito». Per la sindacalista, il tempo sarà un fattore fondamentale. «Il percorso di delocalizzazione – ha osservato – dipende da questa telefonata al ministero, che deve partire però dai Pisano. È la prima cosa da fare, senza attendere l’esito delle decisioni della Procura. L’incontro a Roma si deve fare».

I rischi per gli operai. La questione degli stipendi è aggravata dalla grossa assenza di ammortizzatori sociali che avrebbero potuto dare più tempo all’azienda per attutire il colpo della perdita delle commesse. Manca il fondamentale passaggio della revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale con la conseguente approvazione di un progetto di revamping che possa far accedere i lavoratori alla cassa integrazione straordinaria. Il riesame dell’autorizzazione, però, procede a rilento. Il tutto mentre l’agitazione dei dipendenti cresce anche per il mancato degli stipendi.

Capitolo delocalizzazione. Regione, Procura, sindacati e una parte dei lavoratori sono finalmente a conoscenza dell’area dove sarà costruito il nuovo impianto, secondo lo stesso presidente delle Fonderie Pisano Spa. All’appello manca solo la nuova istanza per procedere con il riesame del sequestro, già slittato la settimana scorsa poiché ai tecnici delle Pisano non sarebbero arrivate le relazioni dell’Arpac con il quale creare le proprie controdeduzioni. Una volta arrivati i documenti dalla Procura, si potrà procedere con la nuova istanza e se ne potrà ridiscutere in udienza presso il Tribunale. Fino ad allora, solo una scelta autonoma del giudice per le indagini preliminari, Stefano Berni Canani, potrebbe dare respiro alle fonderie con una insperata riapertura. Intanto, i lavoratori sono ancora intenti nelle loro attività. Dopo il corteo di tre giorni fa che ha paralizzato il traffico cittadino e strappato un ulteriore impegno del prefetto Salvatore Malfi, i dipendenti delle Pisano anche ieri hanno effettuato un volantinaggio per sensibilizzare i cittadini sulla loro drammatica situazione. E ripeteranno l’iniziativa anche oggi.

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