INQUINAMENTO

Fonderie Pisano, è la settimana dei controlli

E il comitato “Salute e vita” conferma la battaglia legale: ricorsi al Tar e una querela per i ripetuti reati ambientali

SALERNO. Si apre una settimana decisiva per il futuro delle Fonderie Pisano. Si attendono, infatti, i sopralluoghi che l’Arpac dovrebbe far partire intorno la metà della settimana entrante. Questione di vita o morte per l’azienda di via dei Greci che, in caso di non superamento dei test a pieno regime produttivo, incapperebbe nel terzo “cartellino giallo” con conseguente chiusura definitiva. Nel frattempo però il comitato “Salute e vita” non ferma le proprie attività annunciando nuove azioni tese a bloccare le Fonderie Pisano anche dal punto di vista giudiziario ed amministrativo. Lo hanno annunciato i rappresentanti durante l’incontro con la stampa che si è svolto ieri mattina presso il bar Verdi di piazza Luciani.

[[(Video) Blitz della Procura alle fonderie Pisano - Presidio permanente #Fonderie Pisano]]

Come annunciato nei giorni scorsi, il comitato guidato dal portavoce Lorenzo Forte, ha confermato di voler contrastare per vie legali i Pisano in maniera diretta e non più solo tramite Enti e istituzioni. Due le azioni di tipo amministrativo che saranno intraprese dall’avvocato Oreste Agosto, che già nei giorni scorsi aveva manifestato l’interesse una volta sollecitato dal comitato, ad intervenire in quella che lo stesso legale già coinvolto nella questione Crescent, definì «una battaglia civica necessaria». Studiate le carte, ecco pronto il ricorso “ad opponendum” che il comitato presenterà contro il ricorso con cui le Pisano chiedono il non procedimento sulla Via, la Valutazione d’impatto ambientale richiesta dalla Regione Campania. Motivo addotto dall’azienda nella prossima udienza del 6 luglio sarà che, non trattandosi di un primo impianto ma di un impianto preesistente, la Via non ha motivo d’esistere. Dura l’opposizione del comitato che invece ribatte: «La Via è necessaria in quanto, con il progetto di revamping presentato in Regione a fine maggio – specifica Forte – è come se fosse stata modificata la struttura dello stabilimento stesso. In questo caso, la Via è necessaria e i Pisano non possono opporsi. Soprattutto se non hanno nulla da temere».

Stesso discorso sulla questione dell’Autorizzazione integrata ambientale, sul quale Forte continua: «Durante la Conferenza dei servizi, convocata nel 2012 per concedere l’Aia, il Parco Urbano dell’Irno di Pellezzano non fu convocato, né gli fu notificata la questione pur dovendone farne parte. Si trattava di un parere vincolante che non è stato richiesto ed è per questo che chiederemo al sindaco di Pellezzano, presidente del Parco, di presentare un esposto e di richiedere l’annullamento».

Ultimo passaggio, a cura dell’avvocato Fabio Torluccio, riguarderà invece una querela penale contro l’azienda per la continua reiterazione dei reati ambientali dal 2004 ad oggi, con la conseguente richiesta di sequestro preventivo e chiusura.

E, mentre si attende la riconvocazione del tavolo tecnico regionale a seguito di un sollecito verso il vicepresidente della Giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, torna anche l’ipotesi della carta europea. Il 24 giugno prossimo, una delegazione del comitato sarà a Roma per chiarire, con un pool di avvocati capitolini, le vie da intraprendere per portare il caso in Europa e condannare l’Italia e la Regione Campania a delle sanzioni, come per il caso Ilva.