Fonderie, la Cgil ha fiducia nei Pisano

D’Elia: «Bisogna accelerare». Forte contesta le dichiarazioni di Bonavitacola: «La politica si attivi per trovare un sito»

Passato il momento della festa e dei sospiri di sollievo per l’insperato ottenimento della ripresa delle attività produttive, il pressing sulle Fonderie Pisano torna a farsi sentire. A scatenare una nuova ondata di accuse da parte del comitato “Salute e Vita” sono state proprio le parole pronunciate ieri su queste pagine dall’assessore regionale all’Ambiente e vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, che ha ribadito quanto il compito della Regione sia limitato fino a quando non vi saranno degli sviluppi sull’argomento delocalizzazione da parte dell’azienda di via dei Greci.

Un sito, un programma industriale ben definito e quanto meno un contatto con l’amministrazione – o le amministrazioni – a cui sottoporre il progetto per la nuova fonderia. Sono questi i requisiti necessari che, ad oggi, secondo Bonavitacola, formalmente mancherebbero ancora. «Le parole del vicepresidente Bonavitacola non fanno altro che confermare quelle che per noi erano certezze – ribadisce Lorenzo Forte – I Pisano non hanno nessuna intenzione di delocalizzare né hanno attualmente nulla di concreto. Grave e scellerata la scelta dei giudici del Riesame nel riaprire uno stabilimento non compatibile con l’attuale territorio, sottoposto a diversi processi, due sospensioni delle attività e un sequestro nell’arco di un solo anno». Forte però ne ha anche per l’assessore: «Bonavitacola è politico e amministratore di lungo corso. Usi la politica per aiutare a trovare il sito tramite i legami con i sindaci sul territorio. Perché non entrano in campo in maniera diretta? Hanno a cuore le famiglie dei lavoratori delle Pisano e dei cittadini della Valle dell’irno?». Una responsabilità pesante se si considera che toccherà proprio alla Regione decidere se concedere o meno alle Pisano l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale e la Via, la Valutazione d’impatto ambientale attualmente in discussione. Teoricamente, entro marzo si dovrebbe avere una decisione che, per l’assessore, sarebbe da effettuare solo in base a valutazioni di tipo tecnico. «La Regione deve scegliere se perseguire la via della legalità – afferma Forte – o concedere alle Fonderie Pisano un’autorizzazione dichiarata illegale dalla Procura e che verrebbe data non tenendo conto di tutto quello che è accaduto in quest’anno. Prendendo anzi per buone le promesse di un imprenditore che ad oggi non ha ancora un sito dove delocalizzare». Su ciò anche la Cgil ha il suo bel da fare, confermando le parole di Bonavitacola ma esprimendo anche un forte senso di fiducia verso l’operato dell’azienda. «L’assessore ha detto cose molto concrete – ha dichiarato Francesca D’Elia, segretario provinciale della Cgil Fiom – La nostra posizione è vicina a quella dell’onorevole Bonavitacola dato che anche noi, come organizzazione sindacale, abbiamo più volte richiesto all’azienda di restringere il campo delle ipotesi e di andare avanti con maggiore celerità. Per istituire un nuovo tavolo in Regione col quale magari aprire trattative serie, servono sviluppi. Che possono arrivare solo dai Pisano. Nei giorni scorsi abbiamo avuto l’ennesimo colloquio dal quale però siamo usciti fiduciosi che entro la fine della prossima settimana vi saranno ulteriori passi in avanti. Il passaggio con le amministrazioni locali è imprescindibile – continua D’Elia – e noi come Cgil siamo disposti anche ad andare oltre il nostro compito, sponsorizzando il progetto delle nuove Pisano alle comunità individuate dall’azienda».

Emilio D’Arco

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