Fondazione Ravello, Quaglia lascia

Si dimette il segretario generale voluto dal consulente alla cultura di De Luca

SALERNO. Il segretario generale della Fondazione Ravello, Renato Quaglia ha rassegnato ieri le dimissioni dall’incarico conferitogli ad inizio anno. Nella nota spedita da Ravello non si fa alcun cenno ai motivi, ma pare che sul nome di Quaglia sia piovuta direttamente la scure del governatore De Luca. Che non avrebbe gradito l’alto compenso riservato al segretario generale (114 mila euro), tra i più pagati a Ravello. Se così fosse, la decisione suonerebbe anche come una sonora bocciatura della scelta del consulente per la cultura del presidente della Regione, Sebastiano Maffettone che aveva nominato Quaglia, forte del suo alto profilo, non meno di tre mesi fa. Ieri mattina, proprio negli uffici della Regione, si è riunito il consiglio di amministrazione della Fondazione e il presidente Maffettone, si legge in una nota, «ha preso atto delle dimissioni del segretario generale, dottor Renato Quaglia. Il cda - continua la nota - per salvaguardare il prosieguo delle attività della Fondazione, in primis dell’organizzazione della prossima edizione del Ravello Festival, ha nominato segretario reggente il dottor Maurizio Pilone, già consulente amministrativo dell’ente».

L’incarico di Renato Quaglia pesava sui conti della Fondazione poco meno di quello che invece il sovrintendente Rosanna Purchia (151 mila euro) pesa sui conti del Teatro San Carlo di Napoli. Con una sola differenza, non da poco, che l’ente lirico partenopeo gestisce circa 600 persone e un budget di 11 milioni, sette milioni in più della Fondazione Ravello. A Quaglia era destinato il 3% del fondo che la Regione Campania spediva a Ravello (4 milioni di euro) e ha sette dipendenti (che da dicembre non percepiscono lo stipendio, ndr). Una situazione, secondo alcuni, insostenibile. E forse proprio per questo si è chiesto al super manager di fare un passo indietro. Se così fosse verrebbe ridimensionata anche la posizione di Maffettone, che a questo punto non avrebbe più mano libera. Una bocciatura che potrebbe avere ripercussioni anche all’interno dello staff del presidente De Luca. Al momento l’unica cosa certa è che il cda è stato convocato a venerdì prossimo per discutere gli altri punti all’ordine del giorno che ieri, non è stato possibile affrontare a causa della lunga discussione sulle dimissioni del segretario generale. ©RIPRODUZIONE RISERVATA