Fondazione, parla Amalfitano «Soltanto un brutto pasticcio»

Nel mirino del segretario finisce il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, dimessosi da presidente L’amministrazione comunale ha disertato l’appuntamento e i rapporti tra le parti restano tesi

RAVELLO. Ha definito “dilettanti allo sbaraglio” la maggioranza del Consiglio d’indirizzo della Fondazione Ravello che aveva eletto il sindaco de la “città della musica” Paolo Vuilleumier presidente dell’Ente.

E, perciò, è convinto che «il commissariamento della Fondazione sia l’unica via percorribile per salvare il sogno cominciato 13 anni fa, che ha portato Ravello sul tetto del mondo».

Il segretario generale dell’organismo (nonché direttore di Villa Rufolo) che organizza il festival, Secondo Amalfitano, è passato al contrattacco, con l’artiglieria pesante, chiarendo (anche se non troppo) i dissapori che hanno portato allo scontro: da un lato Regione e ministero, dall’altro Comune e Provincia.

Una faccia a faccia che, fin’ora, non ha né vincitori e né vinti. Perché il clima a Ravello oramai è sempre più teso. A fianco di Amalfitano si sono schierati i dipendenti (la maggior parte stagionali) della Fondazione, che anche ieri erano accanto al segretario durante la conferenza convocata di fretta e furia, all’indomani delle dimissioni di Vuilleumier, a cui hanno preso parte pure Adriano Bellacosa e Michelangiolo Mansi.

Assente l’Amministrazione comunale, che era stata invitata, è stato un soliloquio di Amalfitano.

Che ha ripercorso le tappe che hanno determinato la rottura, evidenziando anche come, fino al «14 novembre scorso tutti fossero d’accordo sulla riconferma del presidente Renato Brunetta». Poi qualcosa è cambiato e, a detta di Amalfitano «s’è cominciato a ragionare per numeri».

Un precedente, secondo la ricostruzione di Amalfitano, mai «avvenuto in 13 anni di Fondazione», che è sfociato in un papocchio. «Il presidente – ha ripetuto, come un refrain, più volte – secondo lo Statuto deve essere un manager dalla comprovata esperienza. E non mi sembra che Vuilleumier lo sia. La presidenza è stata, negli anni scorsi, offerta anche a me, ma ho sempre rifiutato, perché non mi ritengo all’altezza».

Perciò, se il Comune rivendica più centralità «la può ottenere – ha aggiunto – nominando due componenti del consiglio di amministrazione, di cui uno ad appannaggio della minoranza».

Che Amalfitano abbia voglia di alzare il livello dello scontro ne è convinto Vuilleumier. «Il vero distruttore è lui – ha rimarcato il primo cittadino – e probabilmente la sua intenzione è rompere tutto. Anche perché un’istituzione come il Comune non può essere invitata da un segretario generale. Ma oramai lui decide cosa sia legittimo e cosa no».

Insomma, una guerra che sembra lontana dall’essere stata risolta.

Gaetano de Stefano

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