Fondazione “Carminello” Nel mirino don Flaviano

Pagani, Giorgio (IdV) chiede che vengano resi pubblici i compensi del cda I fedeli difendono il religioso in una lettera aperta: “Quante cattiverie su di lui”

PAGANI. Nuove gatte da pelare per don Flaviano Calenda. Il famoso parroco viene tirato in ballo in merito alla questione relativa la fondazione Carminello ad Arco. Sotto la lente di ingrandimento dei nuovi vertici dirigenziali di Palazzo San Carlo sarebbero finite le attività svolte in questi anni dalla Fondazione e dal suo consiglio di amministrazione, concentrandosi in particolare sulle modifiche attuate da quest’ultimo sullo statuto della fondazione stessa. Le modifiche messe in discussione dagli uffici di Palazzo San Carlo sarebbero sotto controllo perché potrebbero essere servite a procurare benefici economici ai membri del cda, che invece dovrebbe operare come un ente religioso al servizio della comunità senza nessun rientro economico, tramite la tecnica del gettone di presenza.

Sulla questione parla l’esponente cittadino dell’Italia dei Valori Alfonso Giorgio. «Chiediamo che rendano pubblico quello che da è stato fatto al Carminello ad Arco- afferma Alfonso Giorgio - Speriamo che don Flaviano non ci lasci col dubbio che la Fondazione sia servita solo per poter garantire, anche se in piccola misura, una retribuzione ai componenti del cda e, peggio ancora, sia stato veicolo di attività non in sintonia con i dettami che videro la nascita della fondazione stessa». Ma Giorgio si appella anche alle autorità competenti, alle istituzioni e alla cittadinanza per fare pressioni affinchè venga fuori la verità su alcune spinose vicende. Questioni fastidiose che avrebbero già particolarmente scosso don Flaviano che, in questi giorni, si troverebbe ad affrontare anche le iniziative oscure di alcuni “corvi”.

Numerose lettere anonime, infatti, sarebbero state inviate al vescovo monsignor Giudice per denunciare alcune azioni poco in sintonia con il ruolo da curatore delle anime di don Flaviano. Vicende fastidiose alle quali la comunità della centralissima parrocchia del Corpo di Cristo ha risposto stringendosi intorno al proprio parroco. «Siamo senza parole per le tante ingiurie e cattiverie rivolte nei confronti del nostro don Flaviano e della nostra comunità. La nostra realtà parrocchiale è frutto dello spirito evangelico che il nostro don Flaviano con gioia e coraggio ci ha sempre trasmesso e per questo motivo desideriamo essergli vicino», come si legge nella lettera aperta diffusa dai fedeli della comunità parrocchiale del Corpo di Cristo.

Aldo Padovano

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