Flop “Eboli Patrimonio” Maxi sequestro di beni

La Corte dei Conti ha avviato un’azione da 5 milioni per danno erariale Coinvolti l’ex sindaco e tre suoi assessori insieme a funzionari e revisori

Doveva portare ossigeno alle magre casse comunali con la vendita di parte del patrimonio pubblico. Invece la società “Eboli Patrimonio”, costituita per la cartolarizzazione di alcuni immobili comunali, oltre a rivelarsi un fallimento - è riuscita solo nella vendita di piccole proprietà, alcuni garage nel centro storico, che non sono bastate per ripianare i debiti - è anche finita nel mirino della Corte dei Conti che, in questi giorni, ha avviato un’azione di responsabilità per danno erariale e il sequestro conservativo per 4,8 milioni di euro nei confronti di quattro amministratori, tra i quali l’ex sindaco Martino Melchionda, quattro funzionari dell’ente e altrettanti revisori dei conti.

Per i giudici inquirenti della magistratura contabile, la costituzione della società “Eboli Patrimonio srl”, avvenuta nel 2008, aveva il solo scopo di bypassare i paletti imposti dal patto di stabilità e contrarre un mutuo per un finanziamento del Monte dei Paschi di Siena. Con quest’operazione la giunta dell’epoca – siamo nel 2010 – si era garantita liquidità raggirando il divieto normativo di contrarre indebitamenti. Alla fine l’operazione si è rivelata antieconomica ed ha finito per gravare sul bilancio comunale. Negli ultimi anni, infatti, la società “Eboli Patrimonio srl” ha chiuso i rendiconti in rosso. Quello relativo all’esercizio finanziario 2014 è stato definito con un passivo di circa 350mila euro.

Lo scorso maggio, il commissario prefettizio, Vincenza Filippi, nelle funzioni di consiglio comunale, deliberò lo scioglimento della società poiché in costante perdita e la relativa messa in liquidazione. Ma i guai finanziari ormai erano stati fatti. Il Comune era stato impoverito con la vendita di alcune proprietà immobiliare e la società era in continua perdita.

In particolare nella “Eboli Patrimonio srl” sono confluiti beni immobili per 9,1 milioni di euro. Per far fronte al prestito concesso dalla banca senese (4,1 milioni di euro) sono state ipotecate le caserme dei carabinieri di via Dalla Chiesa e della Guardia di Finanza di via Cefalonia, l’ex biblioteca della zona 167, il terreno dell’ex scuola elementare “Berniero Lauria” al rione Borgo, il fabbricato “La Francesca” di Porta Dogana, il terreno “Rione Pescara Hispalis 1”, inserito nel piano di attuazione degli interventi di nuova urbanizzazione, e i fabbricati dell’area “Rione Pescara Hispalis 2”.

Ai dodici indagati sono contestati dalla Corte dei Conti i continui ripiani delle perdite di esercizio della società partecipata, per uno spreco di 660mila euro, effettuati dal Comune con finanze proprie, e avvenuti, secondo i magistrati contabili, senza le necessarie verifiche preliminari per garantire l’effettivo raggiungimento del fine della cartolarizzazione. La Guardia di finanza del gruppo di Eboli ha notificato a Melchionda, Adolfo Lavorgna, Liberato Martucciello e Pasquale Lettera un “invito a dedurre” sugli avventati ripiani delle perdite societarie. La misura cautelare del sequestro patrimoniale dei beni personali è stata confermata dal presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti. L’udienza di convalida è fissata per il prossimo 13 gennaio.

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