Fissata l’udienza per la coop San Matteo

Cinque imputati. Per l’accusa i soldi per le case di Capezzano e S. Eustachio furono dirottati altrove

Si terrà il 29 marzo l’udienza preliminare per il caso della cooperativa edilizia San Matteo, che doveva realizzare case a Capezzano (in località Chiuiano) e Sant’Eustachio e che invece avrebbe dirottato i soldi dei soci su altre iniziative immobiliari. In quattro sono accusati di appropriazione indebita e false comunicazioni sociali: Gerardo Lamberti (quale presidente del consiglio d’amministrazione), Alberto D’Esposito (revisore legale della società cooperativa) Gennaro Di Giacomo e Vittorio Magatti (consiglieri d’amministrazione). Una quinta persona, il revisore unico Donato Pasqualucci, risponde invece dell’ipotesi di violenza privata e percosse, per offese e un pugno nei confronti del commissario governativo che aveva sostituito il cda dopo l’ispezione del Ministero dello sviluppo economico.

I reati si sarebbero perpetrati nel corso di un decennio che va dal 2003 al novembre del 2014, quando sono state presentate le denunce. Secondo gli inquirenti l’iniziativa di edilizia cooperativa sarebbe stata viziata da comunicazioni sociali mendaci, che nel corso degli anni avrebbero nascosto alle famiglie lo stato reale dei conti. Soprattutto si sarebbe omesso di specificare che col tempo il costo di ogni appartamento era aumentato di oltre 200mila euro, dai 284mila previsti in partenza ai 489mila finali. A questo aumento, che secondo gli inquirenti non era nemmeno rendicontato con una valida documentazione, si collega poi l’appropriazione indebita contestata agli amministratori della coop. Per il sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello, che ha condotto le indagini, quel denaro versato dai soci della cooperativa San Matteo sarebbe stato dirottato verso altre iniziative immobiliari, in cui gli stessi vertici societari avevano interessi. Allo stesso indirizzo della “San Matteo” sono infatti risultate le sedi legali di altre cooperative edilizie. Quando nove soci si sono rivolti all'avvocato Lucio Basco e hanno presentato denuncia, le indagini sono state affidate al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ed è emerso che le informazioni erano state carenti e che non era consultabile un piano dei conti. A fine mese gli imputati, assistiti tra gli altri dagli avvocati Francesco Oliveto e Guglielmo Scarlato, proveranno a difendersi davanti al gup. (c.d.m.)

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