Fisciano, prostituzione minorile Inizia il processo al professore

La difesa del docente ha chiesto l’acquisizione agli atti delle deposizioni rese dalle vittime L’ex uomo politico si è sempre dichiarato innocente. Discrepanze in alcune testimonianze

FISCIANO. Due testi di nazionalità romena, l’acquisizione di tre incidenti probatori relativi alle presunte vittime degli abusi sessuali e la trascrizione di alcune telefonate. Sono le richieste della difesa del professor Diego Landi, alla sbarra per l’accusa di abusi sessuali, formulate dal suo avvocato difensore Agostino De Caro davanti ai giudici del primo collegio del tribunale nocerino.

Il dibattimento cominciato ieri per la difesa punterà all’estraneità ai fatti contestati: l’ex politico, attualmente ristretto in una comunità religiosa del salernitano, è accusato di prostituzione minorile nei confronti di alcuni minori rumeni. Il gip Alfonso Scermino aveva disposto il giudizio immediato per l’attuale imputato, rigettando l’istanza di trasferimento della sede degli arresti domiciliari. Il fascicolo processuale, come evidenziato dall’avvocato De Caro, non conteneva i verbali degli incidenti probatori svolti nell’estate 2013, con una serie di elementi difensivi ritenuti decisivi per l’esito del procedimento. Ottenuta l’acquisizione delle documentazioni, comprensive di alcune ritrattazioni dei minori interrogati davanti al pm Elena Guarino, sarà la volta dei due nuovi testi della difesa, chiamati a illustrare rapporti dell’uomo con la comunità di stranieri. L’ex docente di latino e greco dell'istituto “Virgilio” di Mercato San Severino proverà a difendersi puntando sulle posizioni divergenti emerse tra i primi interrogatori e le successive integrazioni, in particolare con la deposizione della terza presunta vittima, sentita in un secondo momento, che avrebbe confermato solo in parte alcuni episodi, senza ribadire molto di quanto esposto ai carabinieri. Landi, presente ieri in aula, ha ricoperto la carica di capogruppo della minoranza di governo a Fisciano, nel periodo compreso tra il 2006 al 2011, dopo la sua candidatura a sindaco. In una prima fase era stato arrestato e detenuto alla casa circondariale di Vallo della Lucania, in regime di custodia cautelare, per poi essere trasferito ai domiciliari in un convento.

Si è sempre dichiarato innocente, pronto a manifestare la sua totale estraneità ai fatti contestati, con l’intenzione di smontare le accuse in pubblico dibattimento. L’indagine è divenuta pubblica con l’arresto effettuato lo scorso 10 luglio, con l’ordinanza cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica di Salerno con l’accusa del reato di prostituzione minorile, dopo la denuncia sporta dalla madre di un 14enne rumeno. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra l’ottobre 2012 e l’aprile 2013,con atti sessuali ottenuti, secondo le accuse, facendo leva sullo stato di indigenza delle sue vittime, versando soldi e beni in cambio di ospitalità nella propria abitazione, favori sessuali e attenzioni. L’accusa è sostenuta in aula dal pm Nesso.

(a. t. g.)

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