«Fiscalità di vantaggio le norme esistono già» 

Carione, sindaco di Trentinara e consigliere del Parco, e la legge quadro del 1991 «Sento di richieste al ministro, ma con tutto il rispetto si parla di aria fritta»

VALLO DELLA LUCANIA. «Si chiede una norma per una fiscalità di vantaggio per le aree del Parco, ma la stessa esiste già». Ad affermarlo è Rosario Carione, consigliere del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni nonché sindaco di Trentinara. «Si parla da diverse settimane – prosegue Carione – di una richiesta fatta, in maniera privata, al ministro all’ambiente, Sergio Costa, affinché si faccia promotore di una norma che agevoli investimenti nelle aree interne al Parco. Lo stesso presidente della Comunità del Parco, Salvatore Iannuzzi, aveva auspicato qualcosa in tal senso. Senza voler in alcun modo polemizzare con lo stesso – precisa Carione – ma qui si continua a parlare di aria fritta. Perché, conoscendo i tempi della politica, seppure si volesse portare a compimento una legge del genere, ci vorrebbero anni per farla arrivare in Parlamento per poi magari, una volta al vaglio di deputati e senatori, venire bocciata».
Ma Carione lamenta il fatto che nel mentre si continua a fare teoria, ci si dimentica «che esiste la legge quadro numero 394 del 1991, di istituzione dei Parchi nazionali che, all’articolo 7, già prevede forme di incentivazioni per Enti locali, Province, imprenditori e singoli cittadini. Come è risaputo – evidenzia ancora il consigliere - i territori che rientrano nelle aree parco hanno una serie di limitazioni, che si cerca di compensare con queste incentivazioni». Nell’articolo in questione viene specificato che le misure di incentivazione spettano «ai Comuni ed alle Province il cui territorio è compreso, in tutto o in parte, entro i confini di un parco nazionale, e a quelli il cui territorio è compreso, in tutto o in parte, entro i confini di un parco naturale regionale». Agli stessi è «attribuita priorità nella concessione di finanziamenti dell'Unione europea, statali e regionali richiesti per la realizzazione» di una serie interventi.
Questi possono riguardare: restauro dei centri storici ed edifici di particolare valore storico e culturale; recupero dei nuclei abitati rurali; opere igieniche ed idropotabili e di risanamento dell'acqua, dell'aria e del suolo; opere di conservazione e di restauro ambientale; attività culturali; agriturismo; attività sportive compatibili; strutture per l’utilizzazione di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Priorità che è attribuita anche ai privati. Da qui la presa di posizione di Carione: «Possibile che si continui a parlare a vanvera, ma nei fatti non c’è alcuno che si accorga che quanto si chiede, almeno in parte, esiste già. Si tratta solo di far rispettare la norma, che resta disattesa da 27 anni».
Andrea Passaro
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