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Finti carabinieri massacrano di botte padre e figlio

Quattro persone  hanno aggredito una famiglia ucraina. Gli investigatori sulle tracce di una banda di extracomunitari che vive in zona

EBOLI. «Siamo carabinieri, aprite!». Ingannata così una famiglia ucraina che si è trovata davanti quattro ladri con il volto travisato. È accaduto ieri mattina, poco dopo le 6, a Campolongo. I malviventi hanno picchiato padre e figlio, ferendo il più giovane con un coltello. Prima di lasciare la casa hanno ripulito i cassetti e portato via dei monili in oro. Bottino da quantificare. Sull’accaduto indagano i carabinieri di Eboli e della stazione di Santa Cecilia, guidati dal tenente Luca Geminale. Si batte la pista di un gruppo di extracomunitari.

Stupitisi per la presenza a quell’ora dei carabinieri, gli ucraini hanno aperto senza alcun sospetto. Stupiti per la presenza a quell’ora dei carabinieri, gli ucraini hanno aperto senza alcun sospetto e solo aprendo il battente della porta si sono accorti di essere finiti in una trappola. Troppo tardi, i ladri erano ormai dentro e si sono subito scagliati su padre e figlio, picchiati, colpiti a ripetizione e resi inoffensivi. Il ragazzo è stato anche ferito con un coltello. Accompagnati più tardi in ospedale a Battipaglia, i due hanno riportato ferite giudicate guaribili tra i 15 e i 20 giorni.

Resi inoffensivi i due ucraini, i ladri hanno portato a compimento il loro piano. Hanno fatto man bassa di gioielli e soldi, merce di facile ricettazione al mercato nero, poi se ne sono andati lasciando i feriti tramortiti a terra. Solo dopo la loro fuga la famiglia è riuscita a chiedere l’intervento dei soccorsi. Sul posto è intervenuta una unità del servizio 118. Con loro sono arrivati i carabinieri che hanno avviato le indagini.

Il punto di partenza è il racconto delle vittime che hanno riferito di scene in stile “Arancia meccanica”. I malviventi avevano movenze paramilitari. Agivano con determinazione e senza alcuna pietà. Sembrava avessero ricevuto istruzioni sulle tecniche e fossero allenati a compiere tali violenze sulle persone. I carabinieri guardano agli ambienti delle comunità di extracomunitari che vivono nella Piana del Sele. Senza escludere l’ipotesi che si tratti di gente immigrata dall’est Europa. A pieno regime è l’attività investigativa per risalire all’identificazione dei responsabili della rapina aggravata.

 

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