Finte malattie, gli arrestati sotto torchio

Truffa dei marittimi, gli armatori Mega e Di Mauro respingono le accuse. Gli altri tre non rispondono al giudice

VALLO DELLA LUCANIA. Si sono svolti, ieri mattina, gli interrogatori di garanzia dei primi quattro cilentani, finiti in manette venerdì scorso nell’abito dell’inchiesta della Procura su un maxi-truffa Inail, Inps e Servizio sanitario nazionale (per un importo complessivo di 2 milioni) con il sistema dei falsi imbarchi e delle successive indennità percepite.

Sono comparsi davanti al gip Elisabetta Garzo i cinque destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere: l’armatore Rocco Mega, 48 anni, di Santa Marina; l’armatore Davide Morinelli, 44 anni, di Casal Velino; l’armatore Nicola Di Mauro, 42 anni, di San Giovanni a Piro; l’armatore Martina Cannas, 40 anni, di Ozieri e il medico Francesco Russo, 54 anni, di Montecorice. Gli armatori Mega e Di Mauro (difesi dall’avvocato Franco Maldonato) hanno risposto a tutte le domande rigettando ogni accusa, gli altri tre (difesi dagli avvocati Angelo Segreto e Luigi Cafaro), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. «Siamo estranei alla vicenda, è stato fatto un errore clamoroso» hanno detto Mega e Di Mauro.

«I miei assistiti Rocco Mega e Nicola Di Mauro – ha spiegato l’avvocato Franco Maldonato – hanno dimostrato la loro estraneità al sodalizio criminoso. L’ ipotesi associativa si è rivelata largamente insussistente e le esigenze cautelari grandemente attenuate».

Intanto, questa mattina, verranno interrogati gli altri arrestati, attualmente ai domiciliari: Anna Schettino, 48 anni, di Castellammare di Stabia, Gennaro Pezzella, 57 anni, di Marano, Giorgio Perasole, 59 anni, di Portici, Francesco Esposito, 56 anni di Napoli, Antonio Siciliano, 51 anni, di Caivano, Bruno Fumo, 56 anni, di Giugliano e Domenico Micchia, 64 anni, di Napoli.

L’operazione “Molière” condotta dal personale della Capitaneria di Porto di Salerno, scattata all’alba di venerdì scorso, ha interessato in particolare le località cilentane di Casal Velino, Scario e Policastro, dove tre società operavano con le loro navi passeggeri. Secondo l’accusa i periodi di malattia dei vari dipendenti coinvolti arrivavano a superare il 60% del periodi di imbarco, con marittimi che incassavano contemporaneamente l’indennità di disoccupazione sebbene percepissero anche quella di malattia. A percepire le indennità non erano solo i lavoratori: gli armatori coinvolti nell’inchiesta avrebbero tenuto per sé una consistente parte delle cifre. Dei 45 indagati 33 sono stati raggiunti da obbligo di firma, 5 sono stati ristretti in carcere (due armatori di Scario e uno di Casal Velino, la convivente di uno dei tre e il medico), 4 ai domiciliari (un funzionario Inail e tre medici). Il blitz ha inoltre determinato l’interdizione di otto soggetti (tra medici, funzionari dell’Inail e dirigenti del Sasn di Napoli) dall'esercizio dell’ufficio e dal servizio pubblico esercitato.

E’ stata la costituzione di un database per monitorare l’attività dei lavoratori marittini, a consentire di smantellare l’organizzazione che ha portato alla truffa.

Vincenzo Rubano

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