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Finanziamenti usati per pagare le bollette In 3 vanno a giudizio

SALERNO. Stando alla difesa, hanno solo cercato di evitare che l’Enel interrompesse la fornitura elettrica a tutti i siti archeologici e museali di maggior pregio del territorio. Visto che l’azienda...

SALERNO. Stando alla difesa, hanno solo cercato di evitare che l’Enel interrompesse la fornitura elettrica a tutti i siti archeologici e museali di maggior pregio del territorio. Visto che l’azienda vantava un grosso credito nei confronti della Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Salerno, Avellino e Benevento e da tempo minacciava che avrebbe “spento gli interruttori” se il debito non fosse stato sanato. Sta di fatto che il giudice per l’udienza preliminare, Dolores Zarone, davanti al quale sono finiti Angelo Maria Ardovino, soprintendente ad interim, Giuliana Tocco, ex soprintendente, e il tecnico Pietro Avagliano - imputati per truffa, abuso d’ufficio e falso ideologico - ha predisposto per i tre il rinvio a giudizio, previsto per il prossimo 6 maggio dopo un’udienza durata più di tre ore. Nella quale sono state prese in esame delle ulteriori perizie richieste dal Gip riguardanti fatti risalenti al 2007 quando, stando ai capi d’accusa, i tre commisero i reati a loro contestati pagando le bollette della luce con i fondi erogati dal Ministero per i progetti sperimentali a favore della Soprintendenza. Al centro dell’inchiesta vi è una perizia di spesa, pari a 400mila euro, per un progetto sperimentale finalizzato alla valorizzazione dei musei e delle aree aperte al pubblico. Perizia che però la Procura ha definito falsa «sia nella parte contenutistica, in quanto gli impegni di spesa indicati nei vari capitoli di lavoro non erano reali, sia nel titolo, in quanto i lavori stessi non erano finalizzati all’innovazione tecnologica ma di semplice manutenzione, oltretutto già oggetto di una precedente perizia di spesa redatta anche dal medesimo geometra Avagliano». In sintesi, con i 400mila euro arrivati dal Ministero, Ardoino avrebbe pagato all’Enel le bollette fino ad allora insolute, «procurando così -scrive il Gip - a se stesso, ma soprattutto all’ex soprintendente Tocco, l’ingiusto profitto derivante dalla loro mancata esposizione quantomeno ad un’evidente responsabilità contabile per il mancato pagamento delle spese ordinarie arretrate per la fornitura di energia elettrica accumulatesi nel caso del tempo, con pari ingiusto danno nei confronti del Ministero per i beni e le attività culturali che erogava così i fondi più volte alla Soprintendenza di Salerno per pagare voci di spesa correnti». Dopo aver vagliato le consulenze tecniche depositate il giudice ha deciso per il rinvio a giudizio.

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