Rischiano fino a 12 anni di carcere gli indagati nell'inchiesta sugli incidenti di Torino

LA RICOSTRUZIONE

Finale Champions a piazza San Carlo, svolta nell'inchiesta

Negli incidenti del giugno scorso a Torino perse la vita la 38enne Erika Pioletti

TORINO - Svolta nell'inchiesta degli incidenti a Torino in piazza San Carlo durante la finale di Champions League trassmessa su maxischermo, lo scorso 3 giugno, in cui mori' una donna di 38 anni, Erika Pioletti, schiacciata contro le transenne dalla folla in fuga, e cira 1.500 persone rimasero ferite. Una catena di responsabilita' che dopo 150 giorni di indagine comincia a emergere. E nelle ultime settimane ha fatto compiere un salto di qualita' all'inchiesta della Procura: gli indagati sono aumentati fino a sfiorare la ventina; ed e' cambiata la gravita' delle accuse loro contestate. Ai reati gia' contestati agli indagati, lesioni e omicidio colposo si aggiungerebbe anche l'aggravante di aver agito in concorso con piu' persone. Un'accusa che se provata, comporterebbe l'aumento delle pene fino a 12 anni di carcere. In questi mesi la polizia ha ricostruito la presunta filiera delle responsabilita' penali a cui seguiranno quelle di natura civile, legate ai risarcimenti per la famiglia della donna rimasta uccisa e per le lesioni riportate da migliaia di spettatori. Sotto accusa chi ha gestito l'evento in piazza. Finora gli indagati erano Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, rispettivamente il presidente e il direttore di TurismoTorino, l'ente strumentale della Citta' incaricato materialmente di allestire piazza San Carlo per la partita: noleggiare il maxischermo, montare il palco, reclutare steward e attrezzature. A loro si sommava la sindaca di Torino Chiara Appendino, iscritta in seguito alle denunce contro il Comune presentate da alcuni feriti.

Altre figure chiave si sono aggiunte nelle ultime settimane e, soprattutto, le ipotesi di reato adesso sembrerebbero assai piu' definite. Ogni aspetto sensibile e' stato scandagliato dagli investigatori. Ne e' emersa una catena di responsabilita' che coinvolge alcune figure ai vertici della citta' e con loro, funzionari e "operativi" dei principali enti coinvolti nell'organizzazione e nella gestione della piazza: Comune, questura, prefettura. Chi doveva dare le direttive e chi doveva attuarle. Chi non ha valutato tutti i profili di rischio e chi, pur magari consapevole delle lacune che si stavano creando, non ha agito per correggerle e, cosi' facendo, ha contribuito a trasformare un'ondata di panico in una tragedia. Magistrati e investigatori hanno poi analizzato a fondo il ruolo della commissione di vigilanza, organismo coordinato dalla prefettura e composto da tecnici di Citta', Vigili del fuoco, Asl, Genio civile e questura, che ha il compito di controllare che le grandi manifestazioni pubbliche rispettino gli standard di sicurezza previsti dalle normative. La mattina del 3 giugno la commissione, durante un sopralluogo in piazza San Carlo, imparti' 19 prescrizioni obbligatorie. "Alcune - come la sorveglianza del parcheggio sotterraneo e il contrasto agli abusivi - sono rimaste lettera morta, senza che nessuno si preoccupasse di verificare che fossero state rispettate". A breve la Procura notifichera' gli atti giudiziari messi a punto in queste ultime ore. Nei prossimi giorni, quindi, gli indagati potranno presentarsi davanti ai magistrati.