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Fiat, sabato di lavoro ma ai cancelli scoppiano tafferugli

POMIGLIANO D’ARCO. La Fiat di Pomigliano lavora regolarmente il primo dei due sabato concordati con i sindacati nello stabilimento, ma davanti ai cancelli i presidi organizzati da Fiom, Slai Cobas e...

POMIGLIANO D’ARCO. La Fiat di Pomigliano lavora regolarmente il primo dei due sabato concordati con i sindacati nello stabilimento, ma davanti ai cancelli i presidi organizzati da Fiom, Slai Cobas e comitato lotta cassaintegrati vanno avanti per tutta la notte e vivono anche momenti di tensione, con tafferugli fra manifestanti e forze dell’ordine. Alla fine il bilancio è di un funzionario di Polizia ferito in maniera lieve e di due contusi fra i manifestanti. Nonostante le preoccupazioni della vigilia, nello stabilimento - ha sottolineato la Fiat - la produzione delle Panda necessarie a soddisfare un picco di domanda è andata avanti regolarmente. Proprio per queste preoccupazioni, venerdì il Lingotto aveva presentato un esposto alla Procura di Nola chiedendo di assicurare «le condizioni per il regolare sviluppo del lavoro». Così, dall’altra sera, davanti allo stabilimento, insieme ai manifestanti, sono giunti polizia e carabinieri.

I lavoratori sono entrati in fabbrica e, grazie al «grande senso di responsabilità dei dipendenti che - per usare le parole della Fiat - si sono presentati regolarmente al lavoro», la produzione delle Panda è stata portata regolarmente a termine. Successo anche fuori della fabbrica per la “festa” organizzata dai manifestanti «in favore del lavoro»; festa che, presenti anche le donne del comitato mogli operai, esponenti politici di centrosinistra e Movimento 5 stelle, è andata avanti per ore nella notte. Momenti di tensione, invece, ci sono stati all’ingresso 1, dove un gruppo di manifestanti e il responsabile nazionale del settore auto della Fiom, Michele De Palma (poi identificato dagli agenti), ha cercato di convincere gli operai in entrata a unirsi alla protesta. All’alba la tensione è salita all’arrivo di alcuni esponenti del comitato di lotta cassaintegrati, dei centri sociali e dei precari che hanno cercato di occupare la carreggiata. C’è stato un contatto con le forze dell’ordine: un funzionario di Polizia è rimasto ferito a una mano, mentre un manifestante è stato portato in ospedale per un malore dopo essere stato trattenuto a terra dai carabinieri: per lui contusioni alla schiena giudicate guaribili in 5 giorni. Nel frattempo all’ingresso 5 un altro manifestante è rimasto contuso a un piede dopo essere stato urtato da un automobilista.

Lo spiegamento di forze dell’ordine è stato contestato dal segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, che ha parlato di un «enorme spreco di soldi pubblici» e di forze dell’ordine come «un vero e proprio esercito privato agli ordini della Fiat». A presidio terminato, è arrivato anche il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, che ha invitato i manifestanti al «dialogo e alla solidarietà» e Sergio Marchionne «a fidarsi di loro e non lasciarli fuori». Per sabato prossimo, il secondo al lavoro per Pomigliano, lo Slai Cobas ha già proclamato uno sciopero per tutto il turno lavorativo.