Fiaccolata per i morti del “Villa Malta”

In via Pedagnali, lontano dai riflettori, una manifestazione ufficiosa in memoria delle vittime dimenticate della frana

SARNO. L’anniversario della frana del 5 maggio è trascorso all’insegna non solo delle parate ufficiali, ma anche delle manifestazioni di ricordo organizzate in maniera autonoma dai cittadini. Come consuetudine, ma quest’anno in maniera meno evidente degli anni precedenti, si è tenuta la fiaccolata in ricordo delle vittime dell’ospedale “Villa Malta”, organizzata da padre Maurizio Albano. Stavolta però la fiaccolata è cominciata giovedì alle 23 e i partecipanti, a piedi e in silenzio, sono arrivati fino alle macerie del vecchio ospedale, uno dei simboli della tragedia dove persero la vita medici, operatori sanitari e pazienti, tra cui alcuni bambini.

Le foto dell’ospedale di via Pedagnali furono tra quelle più cruente e le lenzuola legate e gettate dalle finestre nel tentativo disperato di mettersi in salvo, rimasero per per mesi a penzolare nel vuoto.

Padre Maurizio, cappellano dell’ospedale, da sempre ricorda i suoi «malati e quanti prestarono servizio quella notte», lasciando la loro vita nel tentativo di salvarla agli altri. Da sempre il frate ha organizzato manifestazioni di commemorazioni parallele a quelle messe in atto dal Comune, celebrando la messa all’aperto dinanzi a quell’ospedale che è ancora lì, nel luogo simbolo della tragedia, quello più colpito, dove tutto sembra fermo a quella sera di 18 anni fa, ancora con i segni del fango.

Più volte proprio sui cancelli dell’ospedale sono stati affissi manifesti di protesta e commemorativi e ogni anno gli abitanti di via Pedagnali manifestano il loro disappunto ricordando con la fiaccolata che da troppo tempo, ormai, non viene fatto nulla per quella strada e quell’ospedale a cui tutti guardavano come un luogo sicuro e di riparo.

Nessuno ricorda più quelle zone e dunque ogni anno, in maniera silenziosa e spontanea, lontani dai riflettori e dalle celebrazioni ufficiali, ci si organizza per restituire almeno uno sprazzo di luce a quei luoghi dove 18 anni fa la forza della natura spazzò via tutto in pochi minuti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA