Feto nasce morto, aperta un’inchiesta

Indagati due medici e due infermieri dell’ospedale “Santa Maria dell’Olmo”. Il padre: «Deve pagare chi ha sbagliato»

Neonato nasce morto: i genitori chiedono che sia fatta luce sulle responsabilità. A diversi mesi dal decesso, i genitori hanno deciso di uscire allo scoperto e di chiedere giustizia.

«Paghi chi ha sbagliato - afferma il padre, Salvatore Petti - Non voglio che altri genitori soffrano come abbiamo sofferto io e mia moglie. Voglio solo che chi ha colpa si spoglia del camice bianco». Per la morte è stata presentata denuncia ai carabinieri guidati dal tenente Vincenzo Tatarella: è stata aperta un’inchiesta dove risultano indagati due medici e due infermieri del “Santa Maria Incoronata dell’Olmo”. Il dramma per i genitori del piccolo Mattia, nato morto alla fine dell’ottavo mese di gravidanza della mamma, si è verificato sei mesi fa, il 20 novembre 2012. Per i coniugi Petti la morte poteva essere evitata se il ginecologo della donna e quelli che l’hanno assistita durante il ricovero, avessero agito con più celerità e scrupolosità. Tutto è iniziato il 6 novembre scorso quando la signora Petti, già madre di un bambino, è giunta nello studio del suo ginecologo di fiducia dove ha manifestato al medico i forti dolori che avvertiva al basso ventre. Il ginecologo dopo averla visitata non ha ritenuto opportuno disporre il ricovero. Intanto la donna ha continuato ad accusare forti dolori. Quattordici giorni dopo, il 20 novembre, la donna viene colpita da un’emorragia. Per lei la corsa in ospedale dove il marito la porta alle 5.45 del mattino. La donna viene adagiata sulla barella in attesa del ginecologo reperibile che a detta del marito della donna è arrivato dopo circa 40 minuti, la signora è stata tutto il tempo a lamentarsi per i dolori alla stregua di un travaglio pre parto. Solo dopo tredici ore, alle 19.30, la donna ha partorito naturalmente. Ha dato alla luce, però, un bambino senza vita. I genitori sono certi che sul decesso del figlioletto ci sono grosse responsabilità mediche che adesso dovrà accertare la magistratura. Sul corpicino del bambino è stata eseguita anche l’autopsia che ha dato come esito il distacco del cordone ombelicale. «Anche sulle cause della morte - afferma Salvatore Petti - non sono stati chiari. A me e a mia moglie i medici avevano detto che si era trattato del distacco della placenta mentre in realtà l’autopsia ha confermato ben altro, ossia il distacco del cordone ombelicale che se preso in tempo avrebbe evitato la morte di nostro figlio». Ora, dopo una prima udienza, il pm ha chiesto l’archiviazione del caso ma il legale dei coniugi Petti si è opposto, dal momento che i tracciati fatti alla donna prima che partorisse non sono stati ancora consegnati al giudice.

Annalaura Ferrara

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