Il caso alla clinica del sole

Feto morto, ostetrica nei guai Il pm: «Fu omicidio colposo»

Rischia di finire a processo anche per falso l’ostetrica F.G., 42 anni, in servizio sette anni fa alla “Clinica del Sole”. Il pm Elena Guarino, all’udienza di ieri dinanzi al giudice monocratico...

Rischia di finire a processo anche per falso l’ostetrica F.G., 42 anni, in servizio sette anni fa alla “Clinica del Sole”. Il pm Elena Guarino, all’udienza di ieri dinanzi al giudice monocratico Marilena Albarano, ha chiesto che venissero trasmessi gli atti alla Procura in relazioni alla certificazione medica relativa alla gravidanza della signora R.R., 45 anni, di Futani, nel Cilento.

Il sostituto procuratore, nella sua requisitoria, ha chiesto inoltre di condannare l’ostetrica a 2 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. Secondo la pubblica accusa, l’8 novembre di sette anni fa, quando la donna cilentana era entrata in travaglio, avrebbe modificato la certificazione medica dopo che il feto era morto per asfissia perinatale. Per la pubblica accusa l’ostetrica e il ginecologo – C.V., 45 anni, di Salerno, per il quale è stata chiesta l’assoluzione dal pm Guarino – quel giorno operarono con imprudenza ed imperizia, cagionando la morte del feto partorito dalla signora R.R. che si è costituita parte civile, insieme al marito, assistita dall’avvocato Luigi Gargiulo. Nell’unico capo di imputazione si legge che l’ostetrica, durante il parto della donna cilentana, omise l’esatta esecuzione dei tracciati topografici necessari per monitorare la paziente dopo la somministrazione di ossitocina, un farmaco che richiede un monitoraggio continuo della partoriente e del benessere fetale. Al ginecologo, invece, è contestata la colpa medica di non aver applicato con tempestività la forcipe o la ventosa per accelerare l’espulsione del feto all’insorgere dello stato di sofferenza fetale acuta. Per l’accusa, che si è servita di consulenze e perizie, poteva bastare semplicemente interrompere la somministrazione di ossitocina o valutare l’opportunità di un taglio cesareo. All’udienza di ieri sono state fatte le conclusioni anche dai difensori dei due imputati, Michele Tedesco, Marcello Giani e Carmine Giovine. Il giudice Albarano si è riservata di pronunciare la sentenza alla prossima udienza, convocata per la metà di luglio.

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