choc alla “tortorella”

Feto morto, in aula la ginecologa

L’imputata ha chiesto l’abbreviato. Già condannate due ostetriche

Arriverà a fine marzo la sentenza per la ginecologa accusata di procurato aborto insieme alle due ostetriche della clinica Tortorella condannate l’altro ieri. La ginecologa finì sotto accusa perché non sarebbe arrivata subito quando dalla casa di cura le fu comunicato che la partoriente aveva bisogno di assistenza. Giovedì la sua posizione è stata stralciata e ieri mattina il suo avvocato, Lucio Basco, ha presentato al giudice monocratico Eva Troiano richiesta di rito abbreviato, condizionato all’acquisizione delle consulenze tecniche dei medici Giovanni Zotti e Giuseppe de Masellis. Il giudice ha accolto l’istanza e la sentenza arriverà a fine marzo.

La vicenda risale al gennaio del 2010. Una giovane donna di Pagani, all’ottavo mese di gravidanza, avvertì un malore e si recò per un controllo nella clinica dove, di lì a poco, avrebbe dovuto partorire. I forti dolori al basso ventre le avevano fatto pensare a contrazioni premature e con il marito si era precipitata alla Tortorella. Pochi giorni prima aveva eseguito gli accertamenti di routine e le era stato detto che non c’era nulla di anomalo, i nuovi controlli fecero invece capire che il nascituro stava male. Quando si decise per il trasferimento della paziente all’ospedale Umberto I di Nocera era già troppo tardi, la donna fu sottoposta a un intervento chirurgico ma il bambino nacque morto. L’altro ieri due ostetriche della clinica salernitana sono state condannate, rispettivamente, a otto e sei mesi. Assolto un ginecologo, mentre per la ginecologa che l’aveva in cura la sentenza, con rito abbreviato, sarà emessa tra due mesi.