Festa in Duomo con i portatori Don Michele canterà per i fedeli

L’appuntamento domani sera nel Quadriportico della cattedrale: canzoni napoletane e musica live Il parroco: «Evento organizzato per ringraziare la comunità per la buona riuscita della processione»

“Fratello sole, sorella luna”, versione musicale del Cantico dei cantici di San Francesco D’Assisi. Ma anche “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni, tenera canzone vincitrice del Festival di Sanremo nel 2011, e l’intramontabile “O’ surdato ’nnammurato”, travolgente evergreen della tradizione canora partenopea che domani sera, a partire dalle 20.30 – nel quadriportico del Duomo se il meteo lo consentirà, altrimenti nella attigua sala San Tommaso – sarà la vera protagonista della festa organizzata dal neoparroco della cattedrale, don Michele Pecoraro per «ringraziare la comunità, i portatori e la città intera per la buona riuscita della festa di San Matteo». Così almeno si legge sui manifesti/inviti che sono stati affissi dalla Curia sui muri del centro storico.

Giusto qualche giorno per riprendersi dalle fatiche di una processione interamente cantata, com’è stata quella dello scorso 21 settembre, e il sacerdote chiamato da monsignor Luigi Moretti a “ravvivare” la vita della parrocchia torna a prendere il microfono in mano e ad esibirsi per tutti i fedeli che vorranno prendere parte all’allegro convivio.

In realtà l’inizio delle attività parrocchiali, o per lo meno la prima riunione organizzativa funzionale all’avvio dell’anno pastorale, c’è stata ieri sera in duomo dove don Michele ha invitato tutta la comunità a proporre iniziative finalizzate ad accrescere la coesione interna della parrocchia, un’assemblea per programmare le linee pastorali da seguire insieme.

«Ognuno deve fare la sua parte – ha detto il sacerdote – perché è così che si diventa vera comunità. Ognuno si deve sentire responsabile del regno di Dio. A me non piace la parola collaboratore perché evoca quello domestico, che finisce le faccende e se ne va a casa sua. Non abbiamo bisogno di queste figure, è troppo poco. Ci servono invece “responsabili”, chi sente la chiesa come una cosa sua e ne è parte attiva. Dobbiamo puntare a questo senso di responsabilità nella catechesi, nella carità, nella celebrazione, in tutto. Se si accetta questa convinzione profonda tutto il resto verrà da sè ».

Questa sera, poi, don Michele visiterà gli ammalati della parrocchia recandosi in alcune abitazioni del quartiere e domani, appunto, ci sarà la festa.

«Visto che a me piace cantare – ha spiegato don Michele – ho pensato di organizzare una serata di convivialità per stare tutti insieme e cantare».

La serata sarà divisa in due momenti: la prima vedrà don Michele impegnato in canti liturgici, sul vangelo e sulla condizione umana «tutti molto toccanti e pieni di significato religioso», ci tiene a specificare il sacerdote; poi spazio alla tradizione musicale partenopea con canzoni entrate nelle menti di tutti, grandi e piccini: «ne ho scelto una quindicina – dice don Michele – con lo scopo di unire i cuori nella musica».

Una sorta di karaoke in cattedrale quindi?

«No no, non sarà un karaoke, non ci saranno immagini nè basi registrate. Tutto sarà suonata rigorosamente dal vivo grazie al gruppo di ragazzi attivi in parrocchia che utilizzeranno i loro strumenti. Sarà una cosa estremamente simpatica – assicura il parroco – e un ottimo modo per cominciare l’anno nella serenità e nella gioia oltre che per dire grazie a tutti quelli che hanno consentito che la festa di San Matteo fosse vissuta nel migliore dei modi».

Insomma, il clima in cattedrale è decisamente diverso rispetto a quello che si respirava solo pochi mesi fa e che si è respirato per i 14 anni in cui a guidare la comunità della chiesa di San Matteo e San Gregorio Magno, il duomo appunto. è stato don Antonio Quaranta.

Alla festa di domani sera, gli ospiti d’onore saranno senza ombra di dubbio loro: i membri delle paranze che, con la loro condotta inappuntabile, quest’anno hanno evitato che la festa diventasse lo scempio visto lo scorso anno.

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