Festa e caos, i portatori chiedono scusa

Atto di ammenda con la città e replica al vescovo: «Non abbiamo subìto interferenze, la politica non c’entra»

«Nulla di politico e nulla di strumentale». Si difendono, pur chiedendo scusa alla città, i portatori delle paranze dei santi usciti in processione in occasione della festa di San Matteo, quando gli scontri verbali con l’arcivescovo Luigi Moretti hanno dato la stura a una querelle che – per quanto si susseguano smentite di rito e di sorta – era nell’aria da settimane e che ha poi originato uno strappo con la Curia non facile da ricucire. Sono compatti, i portatori, nell’esprimere le proprie ragioni e soprattutto la necessità di difendere la tradizione.

«La polemica che ha accompagnato la celebrazione della festività del Santo patrono necessita di un chiarimento e di un doveroso ridimensionamento perché possa essere inquadrata nella sua reale dimensione», scrivono i portatori in un comunicato stampa diffuso ieri mattina per informare i cittadini che, in questi giorni, si sono divisi, schierandosi a favore o contro gli episodi, che restano spiacevoli, visti domenica sera. «Innanzi tutto – chiariscono – il nostro ruolo di portatori dei Santi non può essere confuso con questioni estranee ai valori della tradizione e del culto strettamente legato alla funzione religiosa: nulla di politico e nulla di strumentale. Abbiamo atteso il trascorrere di questi giorni volendo riflettere per porgere un doveroso atto di scuse alla città, che più di tutti ha risentito di quanto è accaduto alla processione».

Nessuno, almeno per ora, si sofferma però sulle motivazioni che hanno scatenato la polemica poi sfociata in protesta. «Non entriamo nel merito degli impegni assunti, tra la Curia e i portatori, preferiamo discutere di questi argomenti nei luoghi deputati – affermano – I portatori, con umiltà hanno rispettato la Chiesa e le tradizioni salernitane come, ad esempio la benedizione a mare a Piazza Cavour». Anche se non viene mai direttamente chiamato il causa, c’è una risposta anche a quanto detto dal vescovo a Radio Vaticana, quando aveva parlato di interferenze esterne. «Ribadiamo, con fermezza e chiarezza che nessuna pressione o indicazione esterna ha influito sulla processione di domenica – aggiungono nel comunicato – se non la volontà del popolo, che ha voluto sollecitare una ripresa delle tradizioni e indicare, a noi portatori, il percorso che il Santo nella sua lunga storia insieme alla nostra città, aveva scritto in tutti i libri. Il tutto si è svolto senza atti di violenza, unicamente nel rispetto dei buoni sentimenti ispirati nella fede, per i Santi, in un unico abbraccio con la nostra amata Salerno».

Nonostante tutto, per i portatori la Curia rimane «un riferimento ineludibile e assoluto», tanto che sottolineano «non intendiamo mai cedere a nessun atto che possa prescindere dal ruolo di chi è chiamato a professare la fede religiosa che accomuna il popolo di Salerno». Dopo le spiegazioni, l’apertura: «Con questo spirito – dichiarano – sentiamo di apprezzare, con riconoscenza, anche la posizione della stessa Chiesa salernitana e, pertanto, appare assolutamente giusto e doveroso accogliere l’auspicio di una riconciliazione che veda protagonisti la Chiesa stessa e noi portatori, anche nel nome della gente salernitana e, quindi, riaprire, da subito, un dialogo di distensione e fede vera, che prescinda da ogni tentazione di schieramento che sarebbe assolutamente inspiegabile e insensato e per chiudere ogni spazio a ulteriori polemiche». L’auspicio è che si riparta subito (ma per ora nessuna delle due parti pare abbia compiuto passi ufficiali) e che quanto accaduto sia «un’opportunità di crescita e avanzamento per tutti, nella direzione della fede verso il Santo patrono e nel rispetto dei valori e dell’identità della nostra città».

Carmen Incisivo

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