#IORESTOACASA

«Festa di compleanno in pieno lockdown: salvato dalla musica»

La penna ai lettori

Raccontaci le tue storie

di LUIGI CIRILLO*

Sono Luigi Cirillo, ho 34 anni vivo a Sarno ed è qui che svolgo la mia attività di commerciante. Proprio in questa veste ho potuto comprendere, alcuni giorni prima delle disposizioni del Governo nazionale e di quello regionale, che saremmo arrivati al lockdown - ossia la chiusura totale delle attività - , che condivido in pieno come strumento di lotta alla diffusione del contagio da Covid-19.

Queste giornate, che amo definire di lotta, sono molto lunghe, e a volte alcune risultano essere più difficili di altre: quando i numeri raccontano ancora di troppi contagi e troppi decessi, quando la nostalgia per il proprio impiego, i propri legami, la libertà e la propria vita, divampa. Generalmente, ho sempre da fare qualcosa inerente alla mia attività, ma dedico buona parte della giornata anche ad hobby come la musica, sia suonando e studiando, sia ascoltando qualche vinile a cui sono affezionato. Dedico tempo anche all’esercizio fisico, quello che si può fare in un appartamento, ovviamente. Numerose sono anche le videochiamate con i miei cari, oltre che l’informazione quotidiana sullo sviluppo dell’emergenza che stiamo vivendo ormai da oltre un mese in tutto il mondo.

Sfoglio molte foto dei viaggi fatti, mi aiuta a non sentirmi compresso in quattro mura. Vorrei leggere di più, devo certamente approfittarne. Una giornata che in futuro ricorderò particolarmente è quella del mio compleanno, caduto in questo periodo d’emergenza legato al coronavirus. Ovviamente non è stato facile non poterlo condividere con tutti gli affetti più importanti, però mai come quest’anno ogni singolo augurio è stato davvero sentito, uno spirito di condivisione spontaneo, che ho apprezzato molto.

Mi auguro che questa quarantena finisca il prima possibile, non per i problemi di chi resta a casa e sta bene, ma perché vorrà dire che avremo salvato più vite possibili in minor tempo, evitando di perderne altre, nel rispetto di chi non ce l’ha fatta e non è più qui. Dobbiamo farlo soprattutto per le popolazioni coinvolte, per chi non ha avuto la fortuna di poter dare un ultimo abbraccio ai propri familiari. Serve un atteggiamento rispettoso pure verso tutte quelle persone coinvolte a salvare vite umane negli ospedale e ai quali dovrà andare sempre la nostra gratitudine per quanto stanno facendo nonostante a volte gli strumenti a loro disposizione non siano sempre ottimali. Dobbiamo resistere.

*commerciante