Fermi i due impianti di maricoltura

Gentile Pellegrino: «Allevavamo specie ittiche pregiate, ma i costi erano più alti dei ricavi»

SALERNO. Che il settore della pesca attraversi un momento estremamente difficile non è certo una novità e per la cooperativa, “Campania Pesca s.c.a.r.l”, nata nel 1985 dall’iniziativa di alcuni operatori ittici salernitani, sono veramente tempi delicati. «La crisi ha raggiunto anche il nostro comparto – ha spiegato il presidente, Ivo Gentile Pellegrino – le preoccupazione aumentano sempre più. Spesso si lavora solo per pagare le spese a fine mese». Costi che, in alcuni casi, superano di gran lunga i guadagni, costringendo a riflessioni serie e decisioni difficili. «La nostra cooperativa in passato si è distinta anche per i due impianti di maricoltura, dei veri allevamento di specie ittiche pregiate, situati in mare aperto nel Golfo di Salerno e collocati all’interno di strutture galleggianti o sommerse – ha detto Pellegrino – purtroppo ci siamo resi conto di non poter più competere con i prezzi stabiliti dal mercato, sebbene il nostro prodotto fosse di qualità superiore, aveva un costo finale maggiore rispetto agli altri in commercio. Per il momento, quindi, abbiamo deciso di tenere fermi gli impianti».

L’allevamento era posizionato a circa tre miglia marine dalla costa salernitana, su un fondale di 35 metri, in vasche “off-shore” Farmocean del volume di 4.500 metri cubi ciascuna. Queste gabbie, progettate per l’utilizzo in tratti di mare soggetti a forti sollecitazioni di carattere meteomarino, erano del tipo semi sommergibile, in quanto venivano inabissate di tre metri durante l’allevamento, per poi venire sollevate, riempiendo le camere di zavorra con aria, per effettuare la pesca.

«Gli impianti non sono l’unica preoccupazione che abbiamo al momento – spiega il presidente – nell’ultimo periodo stiamo incontrando diverse difficoltà, tra queste anche la pioggia continua che non ci permette di lavorare. Solo a gennaio le uscite non superano il numero di cinque o sei e febbraio non sarà diverso».

Un quadro preoccupante, a cui va aggiunto « l’inesorabile incremento del costo del gasolio che per noi costituisce il 70per cento delle spese».

Note dolenti, quindi, per la cooperativa di cui, attualmente, fanno parte 20 imprese della grande pesca (costiera locale e ravvicinata), nonché 180 soci impegnati nella piccola pesca. A livello territoriale il consorzio estende l’attività di produzione ittica a Sud sino al compartimento di Vibo Valentia Marina e a Nord nel golfo di Napoli. La flotta associata alla “Campania Pesca” è concentrata soprattutto nel compartimento marittimo di Salerno (per il 60 per cento del totale) e in quello di Vibo Valentia (35 per cento), mentre di peso minore è la componente impegnata nei compartimenti di Napoli e Torre del Greco. La squadra navale è in gran parte costituita da imbarcazioni dedite alla pesca a strascico (circa il 44 per cento) e piccoli natanti (26 per cento).

Rita Esposito

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