il processo

Ferisce il locatario con una bottiglia

Il 48enne è stato arrestato per furto e lesioni aggravate

CAVA DE' TIRRENI. «Allora posso andare direttamente al carcere di Fuorni»: così ha risposto al giudice che lo interrogava sul suo lavoro il pregiudicato Vincenzo Di Domenico, 48 anni, cavese finito in manette per aver spaccato la faccia, letteralmente, al suo ex locatore, ferito con una bottiglia per questioni legate all’affitto e al recupero delle sue cose. L’uomo, ammanettato a portato al processo per direttissima al Tribunale di Nocera Inferiore con l’accusa di lesioni, stalking e furto d’autovettura, gravato da precedenti penali per gioco d’azzardo e atti persecutori, ha spiegato al Tribunale di vivere in un circolo, situato in dei locali interrati, dove gestisce una sala per i giochi d’azzardo. In passato era stato in affitto presso un appartamento di proprietà di Eduardo Lambiase, cavese trentasettenne che si è ritrovato con il viso tagliato e tumefatto dopo l’aggressione di ieri, con lesioni per dieci giorni refertate in ospedale.

Lambiase lo ha denunciato al commissariato di polizia di Cava, ripercorrendo i passaggi dell’aggressione, esplosa di punto in bianco nei locali della casa. «Ritengo che sia il risentimento per averlo sfrattato – ha spiegato l’aggredito – aveva detto che me l’avrebbe fatta pagare. Mi ha colpito alle spalle con la bottiglia, in testa. Poi ha preso un coltello, io ero tramortito, e mi è salito addosso mentre ero steso sul letto, con un coltello in mano. Sono riuscito a farglielo cadere. Mi ripeteva continuamente “ti devo uccidere”, poi sono riuscito a liberarmi, sono scappato per le scale e ho chiesto aiuto in un bar. Lui invece se n’è andato con la mia macchina».

La vicenda giudiziaria avrà altri risvolti, perché al rinvio con richiesta di termini a difesa presentato e ottenuto dall’avvocato d’ufficio Antonio Villani, con prossima udienza fissata al 15 febbraio per la celebrazione del prosieguo e la remissione dell’aggressore agli arresti domiciliari, ha fatto seguito l’invio degli atti al pm deciso dal giudice per approfondimenti investigativi. La successiva questione parte da una specifica accusa fatta da Di Domenico nei confronti dell’aggredito nel corso dell’udienza per direttissima. «Lui è la mia rovina – ha spiegato Di Domenico parlando di Lambiase – mi ha anche venduto i soldi». L’ombra di un prestito a tassi usurai, non meglio chiarito in aula, sarà oggetto di ulteriori accertamenti. Lambiase, proprietario della casa divenuta motivo della bottigliata, appena due giorni fa era al Tribunale di Nocera, nelle vesti di imputato, nel processo per il traffico e la compravendita di anabolizzanti.

 

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