Fdi molla il sindaco, è crisi al Comune

L’ira di Fratelli d’Italia: «Non ha sostenuto Romano alla Provincia, l’esperienza con lui è finita». Già pronta la sfiducia

È crisi vera a Palazzo di città. Fratelli d’Italia rompe gli indugi e abbandona la maggioranza. La decisione è stata ufficializzata nel pomeriggio di ieri in una nota, sottoscritta dal capogruppo consiliare Germano Baldi e dal portavoce cittadino del partito Fabio Siani. «Il partito e il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia-An – si legge nella comunicazione – alla luce della verifica puntuale dei dati elettorali (relativi alla Provincia, ndc.) del seggio in cui votavano i consiglieri di Cava, dai quali si evince chiaramente il mancato sostegno al candidato dell’intera coalizione di centrodestra Giovanni Romano, da parte del gruppo civico “Responsabili per Cava” facente capo al primo cittadino, ritiene non più valido il documento sottoscritto con le altre forze politiche di maggioranza a sostegno della ricandidatura a sindaco di Marco Galdi. Infatti quel documento si basava sull’appartenenza del sindaco e dei “Responsabili” al centrodestra, nelle cui fila quasi tutti erano stati eletti, a cominciare da Galdi».

Sotto accusa, dunque, il comportamento del sindaco, il quale prima aveva comunicato di non votare alle Provinciali perché appartenente a un movimento civico e poi, dopo un incontro con il governatore Stfeano Caldoro lo scorso sabato, aveva fatto dietrofront affermando di voler dare il suo pieno appoggio alla compagine di centrodestra. «La mancanza di lealtà e coerenza politica da parte del sindaco ha determinato il fallimento dell’esperienza politico-amministrativa – sottolinea Fdi nella nota – Infatti non ha saputo mai garantire la tenuta della coalizione, manifestando tutta la sua incapacità a rivestire un ruolo di garanzia. L’ingiustificabile e schizofrenica decisione di non votare per i candidati di centrodestra ha impedito alla comunità di Cava di essere rappresentata in seno al Consiglio provinciale». Da qui l’affondo: «Il sindaco Marco Galdi ha dimenticato che è stato individuato e sostenuto dai partiti di centrodestra, quei partiti che oggi disconosce rinnegando le proprie origini e riconoscendosi in un movimento civico solo per ragioni di opportunismo». Poi l’amara conclusione: «Il partito ed il gruppo consiliare ritengono oramai conclusa la pessima esperienza Galdi, caratterizzata da incapacità nel rispondere alle reali esigenze della città; lavoreranno per un progetto comune del centrodestra volto ad individuare un candidato sindaco degno di rappresentare Cava».

Fdi, dunque, sta lavorando alla mozione di sfiducia. Lo ha confermato Germano Baldi, parlando per conto del gruppo: «È vero: raccoglieremo le firme per la sfiducia, che presenteremo al prossimo consiglio comunale. Non tolleriamo che non abbia votato Romano alla Provincia; dato di cui, peraltro, siamo sicuri perché all’appello mancano i voti dei Responsabili». Sulla sorte dei tre assessori Fdi – il vicesindaco Tania Lazzerotti, Clelia Ferrara e Alessandro Schillaci – c’è confusione. Fdi ha fatto sapere che si dimetteranno solo se glielo chiederà il sindaco. Intanto l’opposizione incalza. «L’amministrazione Galdi è al capolinea – ha sottolineato il capogruppo del Pd, Vincenzo Servalli – Se la mozione di sfiducia sarà presentata in Consiglio siamo pronti a discuterla e a votare sì senza tentennamenti. Adesso chiedo ai cavesi di scegliere con coraggio il vero cambiamento – ha quindi aggiunto - Siamo pronti a dare a Cava un futuro ai cittadini, agli anziani ed alle giovani generazioni». Il commento di Ncd, invece, si è limitato ai risultati delle Provinciali. In particolare, Monetta ha sostenuto in una nota: «Con i voti del Consiglio si potevano eleggere due dei tre candidati del centrodestra di Cava. Purtroppo la metà dei consiglieri ha preferito portare il suo voto a esponenti di altre città, che mai potranno prendere in considerazione l'idea di preoccuparsi del territorio cavese».

Alfonsina Caputano

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