Favori e mazzette, presi due poliziotti

Sono finiti agli arresti domiciliari, nei guai altri tre loro colleghi della Polstrada. Indagati anche sette camionisti

SALERNO. Favori ai camionisti in cambio di mazzette. È la pesante accusa che ha fatto scattare, ieri pomeriggio, i provvedimenti nei confronti di cinque poliziotti “infedeli”: in due sono agli arresti domiciliari mentre altre risultano indagati. Devono rispondere, a vario titolo, di concussione, abuso d’ufficio e falso. Con loro, risultano indagate altre sette persone – tutti dipendenti di aziende di trasporto – che avrebbero beneficiato di attenzioni e favori da parte degli agenti. Questi, in sintesi, i numeri dell’operazione eseguita ieri e che rappresenta l’epilogo di un’inchiesta coordinata dal pm Carmine Olivieri, della Procura di Salerno, guidata dal procuratore Franco Roberti.

A quanto è dato di sapere, le misure cautelari – firmate dal gip Renata Sessa – hanno interessato agenti in servizio alla sottosezione della Polstrada di Eboli. Ai domiciliari sono finiti due poliziotti originari di Eboli e Olevano sul Tusciano, mentre gli altri tre agenti coinvolti sono di Battipaglia, Bellizzi ed Eboli. I camionisti indagati sono anch’essi, in gran parte, salernitani e residenti nell’area compresa tra la Piana del Sele e la Valle del Calore.

A “incastrare” i poliziotti infedeli sono stati i loro stessi colleghi della Polstrada di Salerno, diretta dal primo dirigente Grazia Papa, in stretta collaborazione con gli agenti della sottosezione di Eboli, guidata dall’ispettore superiore Antonio Quaranta. Gli investigatori, nel corso delle indagini avviate fin dal 2011, avrebbero raccolto una serie di riscontri rispetto a quelli che inizialmente erano soltanto dei sospetti e delle “voci”. Attraverso intercettazioni e, pare, anche dei filmati, avrebbero trovato conferma dei “favori” fatti da loro colleghi a dipendenti delle aziende di autotrasporti in cambio di “regali” o di vere e proprie “mazzette”. Episodi che si sarebbero verificati in più di una occasione, nell’arco di circa due anni, durante l’orario di servizio.

Gli agenti “infedeli” avrebbero avuto, ovviamente, ruoli diversi all’interno del gruppo, tanto che le ipotesi di reato contestate e i provvedimenti adottati non sono identiche per i cinque poliziotti coinvolti. C’è chi dovrà rispondere di concussione e chi invece di falso e/o abuso d’ufficio. In sostanza, c’è chi è accusato di aver intascato materialmente “mazzette” e chi ha ricevuto magari “attenzioni” in cambio di aggiustamenti o carte false. Situazioni e posizioni che dovranno essere ulteriormente approfondite e chiarite nei prossimi giorni e che potrebbero provocare ulteriori sviluppi. Gli arresti hanno provocato clamore e sconcerto non solo nella Piana del Sele.(re.cro.)

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