Fattura da duemila euro In aula si presenta Piepoli

Il sondaggista fu il destinatario di una erogazione ritenuta dubbia dal pm È stata rinviata a gennaio la decisione sull’ex sindaco Luigi Gravagnuolo

Continua l’odissea di Rimborsopoli sulle indagini riguardanti quarantuno persone.

Tra queste, l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo, il cui difensore, Francesco Rizzo, aveva chiesto il rito abbreviato condizionato, approvato dal gup Paolo Valiante. Ma non si andrà ad una decisione definitiva. Tutto rimandato al prossimo 14 gennaio. A Gravagnuolo viene contestata una fattura di 2mila euro in favore dell’istituto di marketing ed opinione coordinata da Nicola Piepoli. Le indagini avviate dalla polizia giudiziaria sono volte a ritenere che la somma fosse state espletata per attività non connesse a fatti consiliari, riferendosi al periodo precedente alle elezioni politiche. Mentre la difesa di Rizzo punta a dimostrare che quella fattura sia stata emessa dopo le elezioni e quindi legata ad attività consiliari dei gruppi politici. Lo stesso avvocato Rizzo aveva dichiarato di essere pienamente fiducioso perché «possano emergere con assoluta trasparenza le ragioni e la vera causale della spesa contestata, in quanto Gravagnuolo si è sempre contraddistinto per il rispetto della legge».

Da parte dell’impianto difensivo si tende a confermare che la spesa è perfettamente in linea con le esigenze dei gruppi consiliari, come anche dichiarato più volte dallo stesso Gravagnuolo. Intanto, sempre in rapporto all’ex primo cittadino metelliano, ieri sono stati ascoltati lo stesso Piepoli, una sua collaboratrice ed un consulente. Presso il Tribunale di Nocera Inferiore, anche l’attuale sindaco, Vincenzo Servalli, difeso dagli avvocati Andrea Di Lieto e Alfonso Senatore. Servalli è indagato per l’acquisto di quotidiani per conto di Sinistra Democratica, in cinque anni e per un ammontare di circa 3200 euro.

Da parte degli avvocati è stato chiesto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste o non costituisce reato. Stessa sorte per Marco Senatore – difeso da Arnaldo Franco ed Alfonso Senatore – e per Antonio Pisapia ed Emilio Maddalo. Avrebbero comprato giornali , computer, cene politiche, buoni benzina.

«È un processo che non doveva nascere», dichiara l’avvocato Senatore. «Andare a dibattimento sarebbe inutile. Non c’è dolo, tanto è vero che la Corte dei Conti non ha mai detto niente». Gli imputati, accusati di truffa e concorso in peculato, per un ammontare di 80mila euro, sono caduti nell’indagine condotta dai carabinieri del reparto operativo di Nocera Inferiore e coordinata dal pm Lenza: adesso dovranno aspettare il prossimo 14 gennaio. Al centro dell’operazione, i rimborsi dei gruppi consiliari per spese di rappresentanza e cancelleria, oltre a tablet, telefonini, viaggi.

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