IL CASO

Farmaci senza bandi «Affidamenti diretti dal Cfi pure nel 2021»

La “censura” dell’Anac: «Nessuna gara, il sistema va avanti». Ma il Consorzio fa scudo: «I tanti addii condizionano le ditte»

SALERNO - Medicinali e altri prodotti farmaceutici per un totale di 18 milioni di euro acquistati attraverso degli affidamenti diretti a fornitori e aziende produttrici. È la questione su cui ha acceso i fari l’Anac che, negli scorsi mesi, ha avviato un’istruttoria nei confronti del Consorzio Farmaceutico Intercomunale. I rilievi dell’Autorità nazionale anticorruzione hanno posto in evidenza non solo la modalità d’acquisto dei farmaci, motivata spesso con la “somma urgenza” dal Cfi dopo la mancata presentazione di offerte del bando per la fornitura dei farmaci andato deserto nel 2018, ma in ogni caso che sarebbe stata effettuata non secondo quanto previsto dalle norme. Ma pure una carenza d’organizzazione nel Consorzio guidato da Andrea Inserra che gestisce le farmacie comunali non solo a Salerno ma pure ad Agropoli, Ascea, Sant’Egidio del Monte Albino, Cava de’ Tirreni, Baronissi, Eboli, Angri e Capaccio Paestum. Mancanze emerse negli accertamenti dell’Anac che ha posto l’accento anche sui rapporti tenuti negli ultimi anni fra il Cfi e alcuni fornitori a cui sono andati alcuni degli affidamenti diretti, quelli economicamente più “corposi”, fatti fra il 2018 e il 2020.

«Vi è la singolarità del fatto che i due fornitori non avessero partecipato alla procedura ad evidenza pubblica ma accettato di eseguire il servizio alle condizioni stabilite negli atti di gara», scrive l’Anac alla conclusione dell’istruttoria. Il Cfi, sul punto, ha presentato le sue controdeduzioni ipotizzando che le ragioni della mancata presentazione al bando andato deserto da parte dei due fornitori «possano essere ricercate nella durata pluriennale dell’appalto a fronte di una prospettiva di possibile diminuzione del fatturato». Punto che, per il Consorzio, giustificherebbe anche la mancata presentazione di offerte per il maxi- bando da due lotti di oltre 50 milioni di euro andato deserto. «Il recesso della convenzione da parte del Comune di Scafati e l’interruzione della gestione della farmacia comunale di Lioni hanno inciso in maniera significativa sulla struttura organizzativa e sulle dinamiche di gestione », spiega il Consorzio.

«C’è stato un riflesso anche sulla programmazione dei volume degli acquisti dei farmaci, determinando un aumento del fattore di incertezza che avevano fatto andare deserta la procedura di gara del 2018». Insomma, per il Cfi la perdita di 6 delle 19 farmacie avute in gestione avrebbe creato incertezze e titubanze nei fornitori ad accaparrarsi il servizio. Motivazioni che, però, l’Anac “censura”: «Il recesso da parte del Comune di Scafati e l’interruzione della gestione della farmacia di Scafati non possono giustificare la carenza di programmazione degli acquisti e delle attività di gara», scrive l’Autorità anticorruzione. «Dal 2018 a oggi, il Cfi non ha indetto ancora una procedura di gara aperta per la fornitura di farmaci».

Non solo: l’Anac, infatti, scrive pure che «è stato possibile verificare che il sistema di affidamento diretto di forniture di valore al di sopra della soglia comunitaria si è protratto per tutto il 2020 ed è proseguito anche nel 2021. Tali circostanze - prosegue la delibera - fanno deporre che le procedure negoziate senza bando siano state indette per una carenza di programmazione degli acquisti di beni e servizi. La programmazione costituisce uno strumento fondamentale per l’ottimizzazione delle risorse. La programmazione costituisce l’attuazione dei principi di buon andamento, economicità ed efficienza dell’azione amministrativa ».

(ale.mos.)