Falsi incidenti, dodici indagati a processo

Truffavano le compagnie assicurative con sinistri stradali mai avvenuti tra l’Agro e il Vesuviano

Sono dodici le persone rinviate a giudizio per aver costruito incidenti falsi e ottenere premi assicurativi ai danni delle compagnie.

Il decreto disposto dal gup Giovanna Pacifico riguarda accuse a vario titolo di danneggiamento e falsa testimonianza in concorso, con gli imputati Alfonso Apostolico di Castel San Giorgio, cinquantaduenne, Gerardo Berardinelli, di Nocera, cinquantottenne, Domenico Collo, di Pagani, quarantunenne, Domenico Cordella, cinquantaduenne di Striano, Luisa Di Peso, trentottenne di Nocera Inferiore, Alfonso Giordano, quarantacinquenne di Nocera Inferiore, Luca Iannelli, trentatreenne di Nocera Inferiore, Alfonso Pepe, quarantaseienne di Castel San Riogrio, Lucia Perna, trentaduenne di Boscoreale, Gaetana Spiniello, quarantenne di Nocera Inferiore e Katerina Synysya, ucraina residente a Striano di trentasei anni.

Il processo vedrà costituite parte civile in giudizio cinque compagnie assicurative, pronte a comparire in aula nel dibattimento fissato per il prossimo 5 ottobre 2015. In particolare le dodici persone rientrano nel maxi filone investigativo rimesso insieme in un periodo compreso tra 2008 e 2010, emerso dalle indagini dei carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore, partito da casi sospetti sparsi e assimilato ad un sistema criminale in uso a macchia d’olio.

Nel dettaglio l’indagine attuale porterà al giudizio del tribunale monocratico cinque episodi contestati, tutti con lo stesso modus operandi, a partire dalla prima pietra posta dagli indagati che presentavano denuncia per un sinistro stradale, in realtà mai avvenuto, col successivo passaggio eseguito dal proprietario del veicolo danneggiato, per percepire il premio assicurativo che andava dai 3000 euro in su, facendo comparire alla guida dell’altro mezzo di circolazione interessato un terzo soggetto, secondo le ricostruzioni la classica testa di legno.

A quel punto entrava in scena un carrozziere, che tramite fattura attestava falsamente e documentalmente l’avvenuta riparazione della vettura coinvolta nell’incidente. Per alcuni episodi la procura contesta la falsa testimonianza, rilasciata da soggetti diversi, che con le loro versioni permettevano di percepire l’ indennizzo.

(a. t. g.)

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