L'operazione

Falsi contratti di lavoro per l'ingresso di stranieri in Italia

Undici arresti tra cui due salernitani, padre e figlio, considerati la mente dell'organizzazione

 La Squadra Mobile di Cuneo con la collaborazione delle Squadre Mobili di Bergamo, Brescia e Salerno, ha eseguito undici ordinanze di arresti domiciliari, per associazione a delinquere finalizzata a procurare illegalmente, mediante la stipulazione di contratti di lavoro ideologicamente falsi, l’ingresso o la permanenza di stranieri nel territorio Italiano.  Uno dei destinatari è un 35enne, nato in provincia di Salerno, residente a Bergamo,
Un altro è un 60enne residente in provincia di Salerno. Tutti gli altri sono residenti a Bergamo o in provincia, la maggior parte sono stranieri residenti in provincia di Bergamo.

La complessa attività di indagine è stata condotta, principalmente, attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e grazie alle dichiarazioni che gli investigatori della Squadra Mobile di Cuneo hanno via via raccolto da vari cittadini extracomunitari in ordine all’ottenimento del permesso di soggiorno.
Le risultanze investigative hanno permesso di far emergere, in particolare, le figure di M.R. 60enne residente in provincia di Salerno e di M.G. 35enne nato a Salerno ma residente a Bergamo, padre e figlio, italiani, il primo avvocato, il secondo praticante, che sono da considerare come i capi dell’organizzazione criminale.
I due, infatti, anche per mezzo di un’agenzia di consulenza per stranieri gestita dal figlio, coordinavano l’attività di altri indagati  - appartenenti alle comunità di origine africana, indiana, kosovara e  pakistana -  che, a loro volta, si presentavano come “rappresentanti” di connazionali desiderosi di ottenere i permessi di soggiorno.
Gli stessi seguivano personalmente l’iter burocratico necessario per l’ottenimento dei nulla osta all’ingresso in Italia, per le istanze di emersione dal lavoro sommerso e per il rinnovo del permesso di soggiorno preoccupandosi, inoltre, di procurare i contratti di lavoro simulati.


Padre e figlio non esitavano a dare precise indicazioni agli stranieri anche fornendo consigli sull’atteggiamento da tenere di fronte alle domande dei poliziotti.

Parimenti importanti sono da considerarsi altri due soggetti, C.L. e A.D.: il primo, persona di fiducia dei capi dell’organizzazione, riscuoteva  il denaro versato dai cittadini stranieri; il secondo, nella sua veste di amministratore di alcune società, forniva i  falsi contratti di lavoro e le buste paga in cui erano inseriti compensi mai versati ai lavoratori assunti.