Falsi cassintegrati Sindacalisti e politici a processo per truffa

Tra gli imputati l’ex segretario della Fisascat Cisl, Santarsiere l’ex consigliere comunale Pagano e il responsabile della Ats

Aperto il processo sulle false Cig in provincia di Salerno. E’ stato incardinato ieri dinanzi ai giudici della Terza sezione penale. Alla sbarra sono sindacalisti, imprenditori e consulenti che rispondono di truffa ai danni dello Stato. Per l’accusa avevano messo in piedi un giro di casse integrazioni fittizie. Subito sollevate dal collegio difensivo alcune eccezioni. L’udienza è stata rinviata alla fine di novembre quando i giudici scioglieranno la riserva sulle questioni preliminari sollevate. Sul banco degli imputati Mariano Santarsiere di Sala Consilina, all’epoca dei fatti di causa segretario provinciale della Fisascat Cisl, il consulente Claudio Pagano, già assessore e consigliere comunale a Sarno, e l’ebolitano Antonello Di Rosario, responsabile della società di formazione Ats. Le loro sono per l’accusa (i magistrati Antonio Centore e Francesco Rotondo) le posizioni più gravi. Avrebbero costituito un’associazione a delinquere per incassare ammortizzatori sociali non dovuti con l’ex delegato Fisascat Remo Criscuolo, che ha già patteggiato. A processo – oltre ai tre individuati ai vertici dell’organizzazione – sono anche i consulenti contabili Giuseppe Troncone, Antonio Esposito (entrambi di Napoli), Antonio Tomasiello di Salerno e Giuseppe Criscuolo di Eboli; gli imprenditori di Campagna Bruno e Gerardo Cerrone, amministratori del biscottificio “La Campagnola”, Teodoro Loffredo della cooperativa Ludos che gestiva un asilo a Battipaglia, Angelo e Gerardo Di Leo di Contursi per la “D.L. Beton”, Marino Bottiglieri di Campagna per la “Bo.Lat”, Luigi Casaburi di Campagna per la “Galaxy elettronica”, Gerardo Magliano di Campagna per la “Autovip motors”, Luciano La Brocca di Eboli per la “La formica snc”, Rosario Fiore e Filippo Marmo di San Rufo per la Sorem Broker, Giuseppe e Paolo Iannece di Campagna per la Euroedil. C’è anche un episodio violento contestato ai due Iannece che rispondono anche di estorsione: colpirono a calci e pugni un dipendente dell’azienda per non fargli mettere all’incasso un assegno da 3.700 euro di cassa integrazione. La truffa è stata quantizzata in 835mila euro in due anni. La Cisl si è costituita parte civile.

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