la sentenza 

False le accuse di violenza Assolto un marocchino

La fermò in strada, la tirò a sé e cercò di baciarla. Tutto falso. C’è voluto un processo per scagionare un marocchino di 31 anni dall’accusa di tentata violenza sessuale. La presunta vittima – una...

La fermò in strada, la tirò a sé e cercò di baciarla. Tutto falso. C’è voluto un processo per scagionare un marocchino di 31 anni dall’accusa di tentata violenza sessuale. La presunta vittima – una marocchina di 37 anni, di Campolongo – fece un racconto fantasioso, sostenendo di avere subìto un bacio indesiderato e di essere scappata via nascondendosi nella pineta. Dopo quattro anni, il presunto stupratore, difeso dall’avvocato Gerardo Cembalo, è stato assolto perché il fatto non sussiste. La sentenza è stata emessa dai giudici della terza penale di Salerno, presidente Cristina De Luca.
Tutto ha inizio una mattina di settembre del 2013. La donna si trova al supermercato ubicato in zona Lago, nel territorio di Battipaglia, sulla strada della Litoranea. È uscendo che – secondo il suo racconto – le si avvicinò un’auto. Era una Fiat Punto di colore rosso. Dall’auto sarebbe sceso Mouhssine, piccoli precedenti penali alle spalle, che avrebbe tentato di baciarla e di trascinarla nell’abitacolo. «Minacciò di voler avere un rapporto sessuale con me», disse la donna ai carabinieri nella querela per aggressione e lesioni personali. Disse che il trentunenne le avrebbe giurato che l’avrebbe investita con l’auto se non avesse acconsentito alle sue richieste. Nel parapiglia, il marocchino riuscì appena a sfiorarle le labbra. Perché lei riuscì a liberarsi e a nascondersi nella fitta vegetazione della pineta, benché inseguita dall’uomo in auto.
Cinque mesi dopo il colpo di scena. Quel racconto era tutto inventato. Alla domanda del difensore di Mouhssine, la donna ha replicato dicendo che si era inventata tutto.
Massimiliano Lanzotto
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