Falsa perizia su minori La psichiatra va dal pm

Convocata in Procura la responsabile del servizio Not dell’Azienda sanitaria L’accusa: «Ricostruzioni arbitrarie». Ma lei si difende: «Censure inappropriate»

Mariarita Russo varcherà nei prossimi giorni la soglia della Procura. La dirigente del Not, accusata di falsa perizia per una relazione che addebitava abusi sessuali a un padre poi assolto, sarà presto ascoltata dagli inquirenti, che l’hanno convocata per un interrogatorio prima di procedere alla chiusura delle indagini. È lei stessa a darne notizia, con una lettera in cui si difende dalle accuse ed esprime “sorpresa” per la sentenza del gup Sergio De Luca, che nell’assolvere l’imputato dall’accusa di avere abusato del figlio di due anni ha segnalato alla Procura, per falsità della perizia, sia la neuropsichiatra salernitana che gli psicologi romani Patrizia Pes e l Salvatore Maurizio Salice. Nella sentenza si parla di “oggettiva falsità” di quanto relazionato dalla neuropsichiatra infantile dell’Asl in confronto alla trascrizione integrale dell’audizione del bambino, avvenuta inoltre alla presenza della madre che aveva sporto denuncia, con modalità “suggestive” e metodi che avrebbero violato le regole di tutela del minore. Secondo il giudice la rappresentazione fornita dalla Russo «non corrisponde affatto al contenuto della registrazione, in quanto confezionata con l’arbitraria associazione di singole parole carpite al minore ed in parte con frasi che questi in realtà non ha mai pronunciato». Accuse rafforzate dalle memorie dell’avvocato Cataldo Intrieri e da cui la professionista è pronta a difendersi davanti ai magistrati Elena Guarino e Carmine Olivieri, che conducono le indagini. «Ìn 15 anni – ricorda – ci sono stati centinaia di casi simili già notificati all’autorità giudiziaria, che in massima parte hanno portato alla condanna degli autori di gravissimi reati scoperti dalla mia struttura». La censura del gup è definita «inappropriata», specie nella parte in cui le si addebita di non aver registrato le prime conversazioni col bambino: «Se solo fossi stata sentita dal giudice, avrei fatto presente che il servizio Not è stato dotato, dopo mie infinite lettere, di un servizio di registrazione solo a partire dal 2011, mentre i fatti sono del febbraio 2009. Così come le linee guida che avrei violato, del 2010 e del 2011, sono temporalmente successive ai fatti stessi». E aggiunge: «Se fossi stata sentita avrei detto che, su un caso clinico, è opportuno acquisire la cartella clinica nella sua interezza, e non poggiare il giudizio su documenti in copia, frammentari perché mai mi è stata chiesta ufficialmente la cartella clinica».

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