Fallimento Ifil, Mario Del Mese patteggia

Concordata con il pm una pena di dieci mesi. Rinviata a marzo la decisione su De Luca jr e gli altri

Mario Del Mese patteggia. E prova a chiudere con la stessa strategia adottata per il crac del pastificio Amato il procedimento penale sulla bancarotta dell’immobiliare Ifil, per cui è imputato anche il figlio del presidente della Regione, Piero De Luca. Per Del Mese, individuato dagli inquirenti come l’amministratore di fatto della società e accusato di averle sottratto circa 300mila euro, i difensori Antonio Ferrari e Cecchino Cacciatore hanno concordato con i pubblici ministeri Vincenzo Senatore e Francesco Rotondo una pena di dieci mesi in continuazione con quella applicatigli per il fallimento dell’azienda pastaia. Con gli Amato la Ifil era in affari per la vendita degli appartamenti che avrebbe dovuto vendere nel vecchio stabilimento di via Picenza, e la Procura ritiene che sia quella vicenda sia il crac dell’immobiliare siano frutto di un medesimo disegno distrattivo che vedrebbe in Ifil una mera società cartiera, finalizzata all’emissione di fatture fittizie per giustificare l’uscita di denaro dalle casse di altre società. Un’operazione, quella della fatturazione fittizia, per la quale Del Mese è coinvolto anche nell’inchiesta sull’appalto di piazza della libertà, accusato di aver agito in quel caso in accordo con la Esa costruzioni che stava realizzando i lavori.

Per la Procura, nella Ifil aveva interessi anche De Luca jr, «individuato nel corso degli accertamenti quale socio occulto». Lui sostiene di non averla mai sentita nominare prima delle inchieste giudiziarie, ma gli inquirenti lo accusano di concorso in bancarotta per alcuni biglietti aerei che gli sarebbero stati pagati con fondi dell’immobiliare: un totale di circa 14mila euro per viaggi verso il Lussemburgo, dove lavora come referendario alla Corte europea.

A marzo il giudice dell’udienza preliminare Sergio De Luca deciderà sul patteggiamento di Del Mese e sulle richieste di rinvio a giudizio. L’udienza doveva tenersi ieri, ma un difetto in una notifica ha imposto lo slittamento. Oltre a De Luca jr rischiano il processo Giuseppe Amato jr, la moglie Marianna Gatto, Valentina Lamberti (moglie di Del Mese) e i tre soci che si sono alternati nel ruolo di amministratore unico: Luigi Avino, Emilio Ferraro, e Vincenzo Lamberti, per il quale il difensore Carmine Giovine potrebbe depositare una richiesta di patteggiamento. Secondo gli inquirenti sono tutti responsabili di avere svuotato le casse della Ifil attingendovi per spese personali e regalie. (c.d.m.)

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