«Fa meno male ma crea più dipendenza»

I pro e i contro secondo chi l’ha provata. Lo sportivo: «Più benefici per il portafogli». L’interprete: «È peggio più di prima»

«Ero arrivato a fumare più di venti sigarette al giorno, 100’s per giunta, e quindi più lunghe. Ora, da quando uso la sigaretta elettronica, sono sceso a una, massimo due. Il mio fiato è migliorato, non mi sveglio più con quella sensazione di oppressione sul petto ma ammetto che la dipendenza dalla nicotina non è affatto diminuita». Carmine Cataldo, 34 anni, ingegnere e grande sportivo - è istruttore di arti marziali - è uno di quelli che difende a spada tratta un oggetto diventato in pochi mesi “cult”, tra fumatori e non. Il suo approccio alla sigaretta elettronica risale a circa nove mesi fa, quando l’articolo in questione non era utilizzato così com’è ora. Il motivo che l’ha spinto ad usarla è stato di natura salutistica in quanto si era reso conto che il suo fiato, boccata dopo boccata, diventava sempre più corto. E da sportivo non poteva più permetterselo. Non riuscendo a eliminare completamente il vizio che lo accompagna da dieci anni, ha provato a chiedere rimedi in parafarmacia e gli hanno proposto la sigaretta “categoria”, l’unica, a quanto pare, ad essere approvata dalla Lega italiana antifumo. Poi è passato a quelle ora tanto di moda e i benefici, nel tempo, sono stati diversi. Non ultimo quello economico. «Basti pensare - afferma Cataldo - che con 15 euro si comprano due cartucce e un atomizzatore che ti permettono di fumare, quasi ininterrottamente, per 15 giorni». È quell’ “ininterrottamente” che, però, nasconde delle insidie: «Ho notato che se da una parte il mio fiato è migliorato, la dipendenza è cresciuta. E penso dipenda dal fatto che con la sigaretta elettronica non si ha quel razionamento imposto dal consumo dell’oggetto, la sigaretta standard appunto, e si rischia di fumare molto di più, dovunque. Come se si avesse a che fare con una sigaretta infinita». Quello di cui Cataldo è però sicuro è che «il rapporto tra rischi e benefici è sempre a favore dei benefici. La sigaretta elettronica fa senza dubbio meno male di quella normale».

Emanuela D’Amelio, 54 anni, fumatrice da 40, non è della stessa opinione. «Ho provato la sigaretta elettronica quest’estate - racconta - fumavo circa un pacchetto al giorno e avevo deciso di smettere e conoscevo diverse persone che con l’elettronica erano riuscite a farlo. Ma non ci sono riuscita. Le prime due settimane è andata bene, avevo il dosaggio massimo di nicotina, non sentivo molto le crisi d’astinenza da sigaretta ma notavo che dall’elettronica facevo troppe boccate e non durava nulla».

E così, nel mentre, non si negava anche due sigarette normali, dopo i pasti. «Poi durante un viaggio sono stata molto a contatto con persone che fumavano parecchio e così ho ripreso a pieno regime. Addirittura - rivela - conservavo l’elettronica per fumare negli aeroporti, dove in altri tempi avrei aspettato rispettando il divieto imposto dando, così, ai miei polmoni qualche ora di salutare pausa». Infine afferma: «Non mi sento di sconsigliare la sigaretta elettronica, sicuramente fa meno male, vedo tanti miei amici che hanno tenuto duro, hanno scalato gradualmente la dose di nicotina fino ad arrivare all’aroma puro. Ne ho visti altrettanti, però, che hanno fatto la mia fine, cioè ricominciare». ©RIPRODUZIONE RISERVATA