Ex tabacchificio, ultimatum di Caprino

Il proprietario della storica struttura di Capaccio: «Iter lento, l’Amministrazione decida sull’acquisizione»

CAPACCIO. «L’amministrazione decida, altrimenti l’immobile sarà destinato ad altri usi...». A parlare è il noto imprenditore Mimmo Caprino, proprietario dell’ex tabacchificio del Cafasso sulla cui acquisizione sono in corso le trattative tra il Comune e la società privata che ha presentato una proposta negoziale all’ente. Il Comune con l’accettazione acquisirebbe, a titolo gratuito, a fronte della cessione di volumetria compensativa su altre proprietà possedute o da acquisire da parte della Fin.Gest De Martino, l’importante complesso immobiliare.

La proposta è stata presentata oltre un anno fa ma sta andando avanti a rilento: «Ritengo di aver presentato una proposta ottima per la collettività – afferma Caprino – non credo sia mai capitato in un territorio che un imprenditore regalasse una propria struttura al Comune. Perché di regalo si tratta. Ci vuole coraggio per dire di no. Certamente non può rimanere così deve essere recuperata, qualora il Comune non fosse interessato la utilizzerò diversamente». L’imprenditore capaccese ha avuto diverse proposte tra queste quella di destinare il tabacchificio a un centro di accoglienza.

«È una proposta che ho subito rifiutato e credo di aver fatto una cortesia all’amministrazione», dice Caprino che aggiunge: «Si tratta di un’area A2 residenziale, ho acquistato il tabacchificio perché avrei potuto costruire degli appartamenti. Poi è sopraggiunto il vincolo di inedificabilità della Soprintendenza. La stessa amministrazione Sica all’epoca ha caldeggiato la mia decisione, sono stato spinto ad acquistare, all’inizio era favorevole e in seguito ha cambiato idea. Avevo ottenuto anche la concessione. L’attuale amministrazione sta vagliando ora il valore del bene per trasformarlo in cubatura».

In base alla proposta negoziale la società si impegnerebbe a destinare almeno il 20% della volumetria (da realizzare su altre aree) per l’edilizia residenziale sociale e ad intervenire con attrezzature di servizio o di interesse pubblico in aggiunta alle dotazioni minime previste e a scomputo degli oneri di urbanizzazione. In base ad una perizia l’immobile ha un valore di 9 milioni.

«Stiamo valutando il valore dell’immobile – spiega l’assessore Franco Sica – che deve tener conto anche delle risorse necessarie per la ristrutturazione e per la bonifica dell’amianto della copertura. In base al valore finale sarà calcolata la volumetria da assegnare in cambio dell’immobile che sarà ceduto al Comune». La proposta Fin.Gest, che fa capo a Caprino, è stata già approvata in giunta, e dovrà essere portata in Consiglio.

Il vecchio progetto prevedeva la costruzione di circa 200 appartamenti «all’epoca il Prg lo consentiva). Tra ricorsi e contestazioni alla fine la Soprintendenza ha imposto un vincolo che ne impedisce l’uso residenziale. L’inizio della procedura era stata avviata agli inizi del 2007 dal soprintendente Zampino. Il vincolo riconosce l’ex tabacchificio come monumento storico: gli interventi sono soggetti all’approvazione della Soprintendenza, e non devono alterare le qualità storiche e artistiche dell’edificio.

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