«Ex Pezzullo, si rischia il dissesto»

Le opposizioni all’attacco, mentre l’ex sindaco Melchionda difende il Comune

La decisione dei privati di rescindere il contratto del project financing per il recupero dell’area ex Pezzullo agita il mondo politico. L’opposizione parla di un probabile dissesto finanziario se la Ati affidataria del progetto dovesse procedere legalmente contro il Comune, con la richiesta di un maxi risarcimento danni. La società, infatti, avrebbe presentato – ottenendone l’approvazione – il progetto definitivo all’ufficio competente; ma quel progetto, però, non è mai stato approvato in giunta. Da qui la contestata inadempienza dell’Ente. «Il Comune deve opporsi – spiega l’ex primo cittadino Martino Melchionda che all’epoca seguì da vicino l’intera procedura amministrativa – Ci sono state delle inadempienze anche da parte della società. Pertanto in un eventuale contenzioso dovrebbe essere la ditta a dover risarcire l’ente».

Di tutt’altro avviso il capogruppo dei Democratici per Eboli, Pasquale Infante: «Un fulmine a ciel sereno si abbatte sulla nostra città. Ad aggiungersi alle tante vertenze già aperte,  che minano lo stato già precario dei conti pubblici comunali, si aggiunge la richiesta risoluzione del contratto con conseguente richiesta di risarcimento danni in caso di contenzioso. Il progetto è di 25 milioni di euro e quindi la richiesta proveniente dal socio privato  che interessa l'ex pastificio Pezzullo, potrebbe rispettare questi numeri». «Presenteremo una interrogazione consiliare per far chiarezza sulla questione – aggiunge – Se questa vicenda trovasse conferma delle aule giudiziarie  il tracollo del nostro comune sarebbe certo con danni irreparabili per tutti». «L’apertura di un contenzioso – aggiunge Damiano Cardiello – spalancherà le porte al dissesto finanziario. Un progetto del valore di 25milioni non può passare in secondo piano. A pagare saranno ancora una volta i cittadini? Lo impediremo chiamando ad intervenire la Corte dei Conti. Basta alla gestione allegra dei lavori pubblici e ai contenziosi causati dalla negligenza della politica».

Antonio Elia

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