Ex Despar, saltano 400 salari Cgil: "Colpa della curatela"

La Cgil: colpa della curatela che ha voluto la restituzione dei punti vendita. Ancora non sono state avviate le procedure per il riconoscimento della cassa integrazione

• Non più dipendenti della 2C, non ancora in cassa integrazione. Sono immersi in quello che il segretario generale della Cgil di Salerno Franco Tavella ha definito «una sorta di limbo» i 400 lavoratori degli ex supermercati Despar, fino a circa due settimane fa gestiti dalla societá degli imprenditori casertani Rosario Caputo e Carlo Catone. La 2C, infatti, ha restituito lo scorso 28 febbraio, con lettera formale, i 24 punti vendita, con annessi dipendenti alla curatela fallimentare, delle societá Cavamarket e Gds (che facevano parte del gruppo finanziario di Antonio Della Monica), come richiesto dai rispettivi curatori Alari e Sorrentino. La curatela però, come denunciato da Tavella, non ha ancora «provveduto ad attivare la procedura della cassa integrazione per i dipendenti impiegati».

Il risultato è che i lavoratori si trovano in una situazione ibrida, peraltro resa più incerta dal fatto che non ancora tutti i supermercati ex Despar sono chiusi. Ad abbassare le saracinesche, infatti, sono stati solo quelli della societá Cavamarket, a cui facevano capo i punti vendita più piccoli. Per quelli più grandi (ossia per gli ex Eurospar ed Interspar) si sta concludendo la svendita dei prodotti alimentari in magazzino, per esaurire i quali sono stati proposti sconti fino al 50 per cento.

• Rabbia per lo stato di confusione e di incertezza in cui si trovano i dipendenti è stata manifestata dai sindacati confederali, i quali, ieri mattina, hanno chiesto la convocazione di un tavolo istituzionale alla Provincia di Salerno, per fare il punto della situazione sulla vertenza. In più hanno annunciato che intraprenderanno, nei prossimi giorni, una serie di iniziative per tutelare i lavoratori.

«La pretesa da parte della curatela fallimentare della restituzione dei punti vendita ha creato un vuoto e oggi i lavoratori sono senza stipendio e senza la copertura degli ammortizzatori sociali - ha spiegato Tavella - Si tratta di una situazione assurda di cui sono responsabili i curatori perché, dopo aver promesso la gestione in proprio dei punti vendita, si sono limitati a rincorrere cavilli burocratici che provocheranno solo migliaia di disoccupati». A suo avviso «i lavoratori trasferiti senza copertura salariale sono a loro volta insediati nel fallimento quali creditori privilegiati e rischiano, quindi, di unire il danno del licenziamento alla beffa di sentirsi dire che il tutto viene fatto per garantire i loro crediti». «Bisogna tener conto dei risvolti sociali del fallimento del gruppo Despar-Cavamarket che riguardano 1.200 addetti: questa farsa non può continuare» ha concluso Tavella.
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