Evasione dei tributi I verificatori Soget “visitano” le case

Partita la mappatura degli immobili nel centro cittadino I controlli concentrati sulle metrature degli appartamenti

È partito il censimento dei verificatori della Soget sugli immobili in città. Dopo le insegne luminose e i locali commerciali, è ora il turno delle abitazioni private. Da qualche giorno infatti nella buca delle lettere gli ebolitani hanno trovato una comunicazione su carta intestata dal Comune in cui si avvisa che è in atto un «censimento dei locali ed aree scoperte a qualsiasi uso adibite per la verifica ed il controllo dei cespiti soggetti ai tributi comunali»; e che il personale incaricato, munito di contrassegno di riconoscimento, provvederà alla misurazione delle stanze adibite a civile abitazione per avere alla fine l’esatta metratura dell’appartamento.

L’idea di avere in casa gli accertatori della Soget non entusiasma gli ebolitani, soprattutto dopo le aspre polemiche legate alle cartelle esattoriali inviate al limite della prescrizione. Polemiche che si sono spinte fino ad esposto presentato all’Autorità Anticorruzione da parte del consigliere d’opposizione Damiano Cardiello che ha contestato le modalità attraverso le quali il Comune ha affidato l’appalto per la riscossione dei tributi alla società pescarese. Una vicenda ancora in corso, con i chiarimenti inviati all’Autority dai vertici di Palazzo di Città.

Nelle more della decisione amministrativa, il Comune e la Soget continuano nell’azione di verifica che ha come finalità quella di una mappatura completa di tutti quei cespiti che per la loro natura e la loro destinazione sono soggetti a tassazione. E questo anche per verificare la corrispondenza tra i dati in possesso del Comune con la reale consistenza degli immobili.

Non a caso una delle mission contenute nel Dup, Documento unico di programmazione recentemente approvato in giunta e che presto approderà in Consiglio, è proprio il recupero dell’evasione tributaria, con le relative entrate che dovranno venire dall’attività di controllo avviate dalla Soget.

Secondo il Documento varato dall’Amministrazione, per Ici,Imu e Tasi per l’anno 2016 si conta di recuperare almeno 1 milione di euro; somma che lievita a 1,4 milioni nel 2017 e che invece scende nel 2018, arrivando a 990mila euro. Numeri leggermente più bassi per Tarsu e Tares: 720mila euro nel 2016; 600mila nel 2017 e 550mila l’anno successivo.

Insomma la Soget non molla e l’amministrazione nemmeno: l’obiettivo finale è quello di mettere le mani nelle tasche di quella fetta di cittadini che da anni non sborsa un centesimo per il pagamento dei tributi locali ma che comunque beneficiano dei servizi erogati dall’Ente pubblico, a danno di chi invece rispetta le varie scadenze e, dunque, versa regolarmente il dovuto. L’amministrazione in carica e l’intera macchina amministrativa sulla questione non intendono arretrare di un passo: l’imperativo è anche quello di scovare i “furbetti” e rispettare soprattutto le prescrizioni contenute nel Piano di risanamento finanziario.

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