L’INCHIESTA

Estorsioni nella Piana del Sele: una condanna, 16 a processo

Tre anni e quattro mesi alla Galzerano. Prosciolto Carmine De Feo: a giudizio il fratello Vito, i Falcone e gli altri 13 imputati

BELLIZZI -  Una condanna, due proscioglimenti da tre capi d’imputazione e 16 rinvii a giudizio. È il bilancio dell’udienza preliminare presieduta dal gup Gerardina Romaniello, che ha accolto solo parzialmente la richiesta avanzata da Marco Colamonici, pm della Direzione distrettuale antimafia di Salerno titolare delle indagini (delegate ai carabinieri della Sezione operativa del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Battipaglia, diretta dal capitano Samuele Bileti) sul vasto giro d’estorsioni – tentate e perpetrate – nella Piana del Sele tra il 2016 ed il 2019. Con l’aggravante del metodo mafioso: la contestazione della Procura era per otto dei nove episodi delittuosi oggetto dello stralcio, ma a valle dell’udienza preliminare il primo comma del 416 bis è rimasto in piedi solo per quattro circostanze. Inclusa quella che coinvolgeva Teresa Galzerano, l’imprenditrice capaccese di 55 anni, assistita dall’avvocato Orazio Tedesco, che è stata condannata a tre anni e quattro mesi di reclusione all’esito del rito abbreviato: la sentenza sarà depositata fra un mese.

Prosciolto Carmine De Feo. Per il più celebre degli imputati, invece, è arrivato il proscioglimento dai due capi d’imputazione che lo riguardavano: si tratta del 61enne bellizzese Carmine De Feo, ergastolano – per il duplice omicidio (Anno Domini 1992) dei carabinieri Fortunato Arena e Claudio Pezzuto a Faiano – ai vertici dell’omonimo clan. “Formaggino”, assistito dagli avvocati Michele Dolce e Maria Michela Mainenti, non dovrà affrontare il processo. Non si procede, seppur per un solo episodio, quello relativo all’estorsione ai danni di un giovane ed incallito scommettitore – che rimane in piedi, ma non contestato a lui –, figlio d’un noto imprenditore della capofila della Piana, contro il 40enne battipagliese Franco Falcone, difeso dal penalista Giuseppe Russo, che a metà novembre dovrà comunque comparire davanti alle toghe del Primo collegio della Seconda sezione penale del Tribunale di Salerno per gli altri reati (uno con l’aggravante) contestati.

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