Mercato San Severino

Estorsioni e giro di droga. In 41 a rischio processo

Chiuse le indagini della Dda sul gruppo che operava tra l’Agro e la Valle dell’Irno. Tra le accuse anche l’imposizione di assunzioni e di percentuali sui guadagni

MERCATO SAN SEVERINO. L’Antimafia di Salerno chiude le indagini per 41 persone coinvolte nel sistema criminale incentrato su droga ed estorsioni a Mercato San Severino. La Procura distrettuale ha concluso il lavoro investigativo per la maxi inchiesta contro il gruppo radicato Valle dell’Irno e capeggiato da Pietro Desiderio, “Papele”, arrivato da Pagani per imporre la “legge” di un’organizzazione smascherata dagli investigatori, coordinati dal pm Giancarlo Russo. L’attività degli inquirenti aveva portato all’emissione di 33 ordinanze cautelari nei confronti di personaggi della Valle dell’Irno e di altri provenienti da Pagani e Nocera Inferiore. Tra quelli di rilievo, oltre al presunto capo Desiderio, figurano Pietro Attanasio di Nocera Inferiore, Luigi Bove (Roccapiemonte), Gianbattista Coppola (Nocera Inferiore), Antonio Desiderio (Pagani), Sisto Ferrata e Gerardo Ferrentino (Roccapiemonte), Alessandro Iannone e l’imprenditore Michele Izzo (Mercato San Severino), ritenuto in primis vittima e poi complice, la cui posizione è in via di approfondimento, Nicola Liguori (Pagani), Francesco Mandile e Rosario Scifo (Mercato San Severino), Luigi Rossi (Marano), Alessio Ruggiero e Vincenzo Senatore (Roccapiemonte), ritenuto personaggio di spicco, Gerardo Sessa (Pagani), Salvatore Torino (Roccapiemonte), Ettore Vicidomini (Nocera Inferiore).
L’inchiesta ruota attorno a un sistema criminale in grado di imporre estorsioni, accompagnate da minacce e intimidazioni. Le informative dei carabinieri riferiscono di spaccio di droga, riscossione di crediti, imposizioni di assunzioni e percentuali sui guadagni. Gli atti riportano episodi violenti, come il pestaggio da parte del “boss”, con una mazza da baseball, di un giovane assuntore che non aveva pagato della droga. Sullo sfondo, il gruppo di “Pierino”, costituito a San Severino dopo che a Pagani era andato in rotta con il clan Fezza. Durante l’esilio criminale nella Valle dell’Irno era riuscito a trovare sodali, secondo la ricostruzione della Dda, per mettere in piedi estorsioni e spaccio. Il gruppo comprendeva il paganese Alfonso Cicalese, alias “O’mericano”, il nocerino Ettore Vicidomini, “Stivaletto”, e si avvaleva della collaborazione di figure del “mondo di mezzo”, con un piede finanche nella politica, come il nocerino Silvio Cuofano, 39 anni, già amministratore della Nocerina calcio.
Tra le contestazioni addebitate, c’è la detenzione di un kalashnikov in una porcilaia a San Severino, con relative conversazioni intercettate in cui Pietro Desiderio ed Emanuele Filiberto Arena discutono di eventuali impronte sull’arma. Il ruolo di Vincenzo Senatore, catturato alla stazione di Roma nel 2015 dopo una fuga in Repubblica Ceca, si ricollega alla cosca che gestiva il rapporto con i referenti principali, in grado di sostenerlo e finanziarlo. Dopo la conclusione delle indagini, le persone coinvolte hanno venti giorni per eventuali depositi di memorie difensive o richieste di interrogatorio prima della rituale richiesta di rinvio a giudizio.
Alfonso T. Guerritore
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