Estorsioni, Desiderio scagiona Arena

Il pregiudicato paganese coinvolto nella maxi inchiesta tra Valle dell’Irno e Agro: «Parlavo solo io con gli imprenditori»

MERCATO SAN SEVERINO. «Sono stato io a parlare con gli imprenditori, Arena era in macchina, non è neanche sceso»: è questa la versione dei fatti del pregiudicato Pietro Desiderio, paganese “emigrato” in cerca di altre fortune criminali, finito in cella per estorsione, rispetto alle accuse contestate al sodale Emanuele Filiberto Arena, di Nocera Superiore. Desiderio è stato ascoltato ieri in aula nelle vesti di testimone al processo che vede imputato il solo Arena, per una estorsione inizialmente contestata ad entrambi e che per Desiderio si è già chiusa con una condanna a sei anni pronunciata dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore con rito alternativo.

Il pregiudicato Desiderio, difeso di fiducia dall’avvocato Enrico Bisogno, è stato accompagnato in aula dalle guardie carcerarie per rispondere alle domande del pm antimafia Giancarlo Russo, negando il coinvolgimento del complice e ridimensionando le richieste fatte ai due imprenditori “visitati” presso i cantieri. «Arena mi ha soltanto accompagnato sul posto, volevo fare una cooperativa per lavorare. Arena doveva solo chiamarlo per l’appuntamento». Secondo i carabinieri, invece, le immagini delle telecamere di videosorveglianza confermano la presenza sul posto proprio del nocerino. Entrambi i personaggi sono stati recentemente coinvolti in una maxi inchiesta su estorsioni, droga e camorra, con Desiderio ritenuto un capo, sorta di boss per la costituenda organizzazione criminale. La ricostruzione dell’episodio criminoso specifico contro il solo Arena, risalente al 2016, è stata un punto di partenza per le ricostruzioni del sistema criminale attivo nella Valle dell’Irno, tra imposizioni, richieste e minacce ricostruite dai militari. In quel caso, nel processo attualmente in corso contro Arena, difeso di fiducia dall’avvocato Vincenzo Calabrese, c’era la richiesta di lavoro effettuata con metodo mafioso.

Pietro Desiderio, 38 anni, originario di Pagani, ma residente a Mercato San Severino, ed Emanuele Filiberto Arena, di Nocera Superiore, erano stati raggiunti dalla doppia ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Salerno su richiesta della Procura distrettuale di Salerno, per l’accusa di tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo di camorra, dopo la denuncia di uno degli imprenditori avvicinati, a breve distanza di tempo dai fatti. C’era la pretesa di un lavoro o di danaro, camuffata per l’inchiesta da richiesta bonaria di soldi, poi le minacce dopo i dinieghi. Venti giorni fa, dopo aver raccolto un’ampia molte di intercettazioni e materiale probatorio, un blitz dell’antimafia ha eseguito su ordine del gip del Tribunale di Salerno le misure cautelari.

Alfonso T. Guerritore

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