Estorsioni, chiesto il giudizio per Corrado

L’imprenditore di Sarno faceva affari a Salerno. La Procura: «Costringeva dei prestanome ad intestarsi i suoi beni»

Nuovi guai giudiziari per Ferdinando Corrado, l’imprenditore sarnese che a Salerno voleva aprire il primo supermercato aperto ventiquattr’ore al giorno e che invece fu arrestato, nel febbraio del 2012, con l’accusa di avere messo in piedi una rete di prestanome per avviare attività commerciali riciclando i soldi della camorra. Ora nei suoi confronti la Procura ha formulato una nuova richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di estorsione, perché avrebbe costretto con le minacce due persone a intestarsi una società di prodotti alimentari di cui restava in realtà l’unico gestore. Lo avrebbe fatto per sfuggire alle misure di prevenzione disposte dall’autorità giudiziaria, che prevedevano confische patrimoniali oltre a restrizioni della libertà personale.

Secondo le indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia, gli stessi episodi di estorsione confermano i legami con la camorra. Per indurre i due interlocutori a fare da prestanome Corrado avrebbe infatti fatto leva sulla sua parentela con il boss Aniello Serino detto ’o pope, di cui è nipote. Ha agito, scrivono gli inquirenti, «con la minaccia implicita di avvalersi dei suoi rapporti, anche di natura familiare, con ambienti criminali dell’Agro nocerino sarnese». Così avrebbe convinto un uomo e una donna, anche loro originari di Sarno, a intestarsi la società “Gastronomia mediterranea” con sede a Salerno, incontrandoli più volte sia nel capoluogo che a Vietri sul Mare, dove aveva trasferito la sua residenza. Il risultato era stato doppio: da un lato aveva sottratto la società ai provvedimenti di sequestro, dall’altro aveva riversato sui nuovi titolari tutti gli obblighi tributari non assolti e le svariate azioni esecutive dei creditori. La strategia risale al 2004, ma sarebbe proseguita con passaggi societarie e rilevazioni di quote sino al 2008. In quell’arco temporale la “Gastronomia mediterranea” acquistò la “San Francesco Carni” e, successivamente, Corrado, acquisì con la “Idea international” rami di azienda e quote societarie della “Gastronomia mediterranea”, per una somma di oltre 92mila euro che però, secondo la denunciante, non furono mai versati. L’udienza preliminare si terrà a metà febbraio, quando la donna si costituirà parte civile tramite l’avvocato Marco Martello.

Corrado è già stato condannato nel 2014 per intestazioni fittizie finalizzate al riciclaggio. Due anni prima gli era stato sequestrato un patrimonio di 15 milioni di euro, di cui facevano parte otto punti vendita Sigma di Salerno, le ditte “Antichi sapori” di Vietri e l’ex Vapoforno di via Vernieri, dove avrebbe voluto realizzare il supermercato h24.

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