Estorsione a Scafati, Adini torna in carcere

Era stato rilasciato dopo l’arresto con Alfano per una pistola clandestina

SCAFATI. Non giravano solo armati di una potente pistola con il colpo in canna. Tentavano anche di mettere a segno estorsioni ai danni dei commercianti. Al diniego scattava la ritorsione, in questo caso una bomba carta. Tre giorni dopo l’arresto per porto illegale di armi e munizioni da guerra, arriva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. I destinatari sono Carmine Alfano, alias ‘o gnomo o polvere di stelle, e il suo guardaspalle e amico Marcello Adini. Quest’ultimo ha “gustato” per poche ore aria di libertà dopo la scarcerazione disposta giovedì dal gip Alfonso Scermino del tribunale di Nocera, per la detenzione della pistola clandestina. Ieri mattina gli è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione, insieme all’amico - già detenuto - Carmine Alfano. Ad emettere l’ordine di arresto il gip Maria Zambrano del Tribunale di Salerno, su richiesta della Dda e del sostituto procuratore Giancarlo Russo. I due sono indagati per una tentata estorsione ai danni di un noto bar. La richiesta estorsiva e la mancata corresponsione della tangente mensile – secondo gli inquirenti – fece scattare la ritorsione, con l’esplosione di un ordigno esplosivo dinanzi alla saracinesca dell’esercizio. Il titolare del bar aveva negato di aver ricevuto pressioni camorristiche, ma nel corso delle indagini si era aperto uno spiraglio. L’episodio registratosi in piena estate aveva fatto molto scalpore a Scafati. Le indagini dei carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore avevano preso fin da subito la giusta direzione. Gravi indizi erano emersi a carico di Carminuccio Alfano e del suo inseparabile guardaspalle, il 34enne pregiudicato Marcello Adini. Il cerchio, adesso, si è chiuso.

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