Estorsione a gestore della sala bingo “Sparito” testimone

Per otto volte il denunciante non si è presentato in aula Il pm dell’Antimafia dispone l’accompagnamento coatto

È stato citato per otto volte senza presentarsi il teste chiave del processo contro Michele Cuomo e Vincenzo Esposito, accusati di aver imposto al gestore della sala Bingo di Nocera Inferiore l’assunzione di una ragazza. Il gestore, pur citato con la prova dalla procura antimafia di Salerno, non si è presentato mai a riferire di quanto denunciato. I due imputati rispondono di estorsione e minaccia aggravata dal metodo camorristico.

Cuomo, nato e residente a Nocera Inferiore, trentunenne nullafacente, già affiliato al disciolto clan camorristico “Contaldo”, ora rimesso all’obbligo di firma per questo procedimento dopo una lunga detenzione domiciliare, difeso dall’avvocato Gregorio Sorrento, sconta un’altra misura cautelare per il processo Family Cars. Secondo le accuse si era presentato insieme ad Esposito, trantanovenne nocerino, per intimorire il responsabile del locale pubblico. I due vennero identificati dai militari del nucleo operativo radiomobile del raggruppamento nocerino, con una prima denuncia a piede libero poi culminata dopo due giorni in un provvedimento di fermo. I due entrarono in azione la sera del 13 febbraio 2011 all’interno della sala Bingo di Nocera Inferiore gestito dalla Società Italiana Giochi S.r.l.. Qui minacciarono di gravi conseguenze personali il responsabile di sala e del personale, per costringerlo a prolungare il rapporto lavorativo, regolato da un contratto a tempo determinato, scaduto proprio il 13 febbraio della la dipendente S. E., venticinquenne di Nocera Inferiore. L’appuntamento improvvisato dei due indagati arrivava in concomitanza alla data di chiusura del contratto lavorativo. In previsione di questo vincolo temporale i due, facendo intendere di essere a capo di un gruppo camorristico attivo nella zona, chiedevano la permanenza della lavoratrice.

Il referto medico della vittima completava il quadro degli inquirenti. Esposito e Cuomo andarono via continuando a minacciare il malcapitato, intimandogli di non denunciare l’accaduto per evitare ulteriori guai, secondo le vecchie regole del perfetto comportamento camorristico, con l’emissione del decreto di fermo di indiziato di delitto da parte della direzione distrettuale antimafia.

Il Pm titolare dell’inchiesta Enzo Montemurro ha chiesto l’accompagnamento coatto del teste, esibendo prova della citazione. Una vicenda molto oscura.

Alfonso T. Guerritore

©RIPRODUZIONE RISERVATA