la sentenza

Estorsione a Gargano Due condanne

Estorsione alla Nocerina Beton: due condanne e due assoluzioni. I giudici del terzo collegio giudicante - presidente Domenico Diograzia - hanno emesso la sentenza a carico dei quattro pregiudicati...

Estorsione alla Nocerina Beton: due condanne e due assoluzioni. I giudici del terzo collegio giudicante - presidente Domenico Diograzia - hanno emesso la sentenza a carico dei quattro pregiudicati accusati di aver messo a segno un’estorsione ai danni del titolare della Nocerina Beton, Pippotto Gargano, intimidendolo con un attentato dinamitardo. Assolti Alessandro Sirica e il genero del boss Aniello Serino, Aniello Albero - difesi dagli avvocati Gaetano Falciani e Rodolfo Viserta -. Condannati Domenico Ambrosio a nove anni di reclusione e Michele Auriemma a tre anni e sei mesi. Il pentito di San Giuseppe Vesuviano, braccio armato del clan Serino, ha beneficiato dello sconto di pena per i collaboratori di giustizia.

Fu proprio Auriemma, con le sue dichiarazioni, a far riaprire ad anni di distanza il caso dell’attentato alla Nocerina Beton, avvenuto all’inizio degli anni 2000, indicando Albero e Sirica come mandanti della richiesta di tangente e Ambrosio come colui che avrebbe materialmente intimidito il titolare dell’azienda Giuseppe Gargano, detto Pippotto. Il pm della Dda aveva chiesto la condanna per tutti e quattro gli imputati per un totale di 27 anni di reclusione. La richiesta è stata parzialmente accolta dai giudici del Tribunale nocerino che, ieri pomeriggio, hanno letto il dispositivo di sentenza riservandosi di depositare le motivazioni. L’episodio addebitato ai quattro imputati risale ai primi anni 2000 quando il clan capeggiato da Aniello Serino, alias ‘o pope, spadroneggiava in tutto l’agro e si spingeva fino ai confini della vicina Nocera per imporre la legge della tangente. Il collaboratore di giustizia Auriemma - già in passato coinvolto in altri episodi criminali con esponenti della famiglia Serino di Sarno - aveva fatto ampie dichiarazioni sul ‘modus operandi’ della cosca sarnese e sui fedelissimi del boss ora in carcere.

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